Ultimi post

vuoto


Cerca nel blog

martedì 31 gennaio 2012

Intervista a Marco Reggio di AboliamoLaCarne

Il post Settimana mondiale per l'abolizione della carne ha mosso diverse critiche costruttive, né troppo pro e né troppo contro, dimostrando secondo me che la voglia di affrontare il problema c'è, nonostante le soluzioni ad ora sembrino utopistiche e poco realizzabili.
Di sicuro la maggior parte dei lettori ritiene che l'argomento e la settimana di sensibilizzazione siano un modo per conoscere la questione e farci dei ragionamenti.
Sarebbe troppo semplicistico dire “si ok domani si parte con la conversione!”, ma allo stesso tempo sarebbe irresponsabile in una società civile non considerare “il mangiare carne”, con tutto ciò che ne deriva, come un problema.
Rimando, in particolare per chi non è dentro l'argomento, a Il nostro pane quotidiano per capire quali sono i numeri dello sterminio in Italia.

Veniamo allora a questo post. I ragionamenti intorno al problema, condivisi anche da altri lettori, mi hanno indotto a capire di più e a chiedere lumi a Marco Reggio, un attivista antispecista e redattore del blog Aboliamo la carne, che fa parte dell’associazione Oltre la Specie e organizza in particolare le giornate per l’abolizione della carne a Milano. A livello nazionale non esiste un'organizzazione vera e propria, ogni gruppo locale è autonomo, anche se il gruppo di Milano raccorda un po’ di cose, diffonde informazioni, tiene qualche contatto internazionale, e poco più.

Ho conosciuto Marco col mio precedente lavoro, siamo in contatto da un po' di anni e la nostra conoscenza non è fondata sulle tematiche vegane e animaliste, ma col tempo abbiamo scoperto che avevamo qualcosa da condividere oltre al nostro lavoro.
Non ho quindi esitato a contattarlo e a porgli qualche domanda che potete leggere di seguito.

EpiNeo. Chi siete e quali obiettivi vi ponete?
Marco. Il movimento per l’abolizione della carne è fatto da tutte quelle persone che, in vari paesi del mondo, condividono una precisa rivendicazione: poiché la produzione di carne implica l'uccisione degli animali che vengono mangiati, poiché essi soffrono a causa delle condizioni in cui vivono e in cui vengono messi a morte, poiché il consumo di carne non è una necessità, poiché gli esseri sensibili non devono essere maltrattati o uccisi senza necessità, l'allevamento, la pesca e la caccia di animali per la loro carne, così come la vendita ed il consumo di carne animale, devono essere aboliti.
Si può dire quindi che rivendichiamo l’abolizione della pratica che miete più vittime fra gli animali: si stima infatti che oltre il 99% degli animali uccisi vengano uccisi per l’alimentazione umana. Al tempo stesso, il sistema degli allevamenti, dei macelli, della pesca, è altamente strutturato e istituzionalizzato: è un pilastro portante delle economie odierne, sostenuto da sussidi, aiuti governativi, complicità fortissime in ambito scientifico (si pensi ai medici), legislativo, mediatico. Per questi motivi, pensiamo che il tema della carne e dei “derivati” animali sia un tema che debba acquisire centralità soprattutto nella prassi animalista, tradizionalmente molto più attiva e determinata su altri fronti (vivisezione, pellicce, circhi, per esempio).
Bisogna considerare che, soprattutto nei paesi più industrializzati, sta emergendo una coscienza nei confronti della sofferenza animale senza precedenti, testimoniata non soltanto dal numero crescente di vegetariani, ma anche dagli umori dell’opinione pubblica in generale. Se è vero infatti che molte persone per ragioni complesse, legate alla distribuzione del cibo, a meccanismi di marginalizzazione dei vegetariani, a motivi culturali, non modificano il proprio stile di consumo smettendo di mangiare animali, è anche vero che soprattutto gli aspetti più orribili dello sfruttamento animale vengono accettati a stento. Difficilmente al giorno d’oggi si può pensare ad un animale non umano come ad una “macchina” o come ad un oggetto in senso stretto. Non è un caso che le istituzioni e l’industria della carne propongano sempre più spesso, come “alternativa” alla evidente barbarie degli allevamenti intensivi, la cosiddetta “carne felice”: galline allevate a terra, bovini che pascolano, strutture attente al “benessere” degli animali che finiranno al mattatoio, macellazioni “umanitarie” o a km zero, e così via. Le coscienze scandalizzate dalla sorte degli animali possono così acquietarsi e continuare a consumare i corpi di quegli stessi animali (alcuni attivisti italiani hanno creato un progetto proprio per denunciare questa tendenza a propagandare la “carne felice”: si veda www.bioviolenza.blogspot.com).
Di fronte ad un sistema di produzione così radicato, pensiamo che la strategia di “convincere” le singole persone a diventare vegetariane, cioè a modificare i propri consumi, non sia sufficiente. Da una parte, è utopico pensare che un cambiamento sociale possa davvero avvenire, in un clima sfavorevole, per la somma dei cambiamenti individuali. Dall’altra, non crediamo che una questione così importante possa essere demandata alla buona coscienza dei singoli consumatori. Preferiamo quindi parlare ai singoli non in quanto consumatori, ma in quanto cittadini, cioè in quanto membri di una collettività.
Per fare un paragone quasi banale, la schiavitù non è stata abolita perché alcune persone esortavano le altre a non consumarne i prodotti (cotone, tabacco, etc.), ma perché è stata messa in discussione esplicitamente la pratica stessa di privare della libertà degli individui.

EpiNeo. Siete appoggiati da qualche gruppo politico che possa darvi una mano?
Marco. No. Credo che in questo momento la richiesta che rivolgiamo alla società sia soprattutto una richiesta di prendere in considerazione questo tema, di ammetterlo nell’ambito della discussione politica. Certamente, accade nella storia che dei gruppi politici possano portare avanti anche delle battaglie che non hanno un immediato sbocco legislativo, ma per quanto riguarda la questione animale bisogna ricordare che nello schieramento partitico non esistono forze realmente sensibili al tema. La destra, benché talvolta si distingua nell’attenzione alla protezione degli animali (soprattutto domestici) ha nel suo DNA il mantenimento dei rapporti di forza vigenti, dello status quo, non certo della difesa dei più deboli. La sinistra, dal canto suo, che pur con molte contraddizioni proviene da una storia di lotta contro le disuguaglianze, sembra non saper dar voce in alcun modo alla sofferenza di questi soggetti, gli animali non umani, che abitano con noi il territorio, ma che non possono scegliere pressoché nulla nella propria esistenza: come vivere, con chi stare, quando morire. A prescindere dai partiti, comunque, se il dibattito politico non comprende la questione della legittimità di allevamenti e macelli, è anche perché noi stessi abbiamo per troppo tempo posto il problema in termini individuali, appunto, quasi come se il vegetarismo ed il veganismo fossero dei fatti “intimi”.

EpiNeo. Le associazioni straniere vostre gemelle, quali risultati hanno raggiunto? C'è qualcuno che è riuscito a fare qualcosa nel concreto?
Marco. La rivendicazione viene fatta propria da associazioni e gruppi informali in vari paesi del mondo, anche extraeuropei (vi sono state manifestazioni in tutti i continenti), ma i gruppi più attivi sono in Francia, Italia, Germania e Svizzera. In questa prima fase (le prime giornate sono state organizzate nel 2009) i principali obiettivi sono quelli di diffondere questa rivendicazione negli ambienti animalisti, e di denunciare la sofferenza animale all’interno della società. In questo senso, alcuni momenti di mobilitazione (come le tre settimane annuali di eventi per promuovere l’abolizione), hanno fatto emergere la tematica sui mass-media. In Francia, in particolare, la rivendicazione – seppur promossa da una piccola minoranza – ha suscitato reazioni da parte degli stessi rappresentanti dell’industria della carne, che è molto attiva nella promozione della propria produzione tramite pubblicazioni, campagne stampa, collaborazioni con le istituzioni. Non credo però che si possa pretendere molto di più in questo momento, a meno che il movimento stesso non riesca a darsi degli obiettivi “intermedi” praticabili, con risultati perseguibili se non nel breve almeno nel medio termine.

EpiNeo. Come si svolge una vostra tipica manifestazione?
Marco. Durante le settimane di mobilitazione vengono organizzati eventi di vario tipo: dai volantinaggi ai banchetti informativi, dai cortei ai presidi, alle conferenze. La modalità più incisiva, che in qualche modo caratterizza il movimento, è però quella del presidio statico, durante il quale gli attivisti rappresentano simbolicamente il massacro degli animali in diversi modi. Spesso vi sono persone “confezionate” in grandi scatole di polistirolo, proprio come le confezioni di carne del supermercato, con sangue finto ed etichette: il “prodotto-carne” viene quindi mostrato in una luce diversa, giocando sull’affinità fra corpi umani e non, e cercando di rendere evidente la sua connessione con una vita spezzata. In altri casi sono stati organizzati presidi muti, con veri e propri funerali agli animali uccisi per il cibo, o con persone incatenate e mascherate. In Francia sono stati anche portati in piazza i corpi senza vita di alcuni animali morti recuperati fra gli “scarti” dell’industria carnea, un’azione di particolare impatto. A Milano, il 4 febbraio, rappresenteremo invece questa strage predisponendo una vera e propria “scena del crimine”, dove le sagome dei morti saranno naturalmente sagome di galline, mucche, pesci, conigli, per mostrare che questa pratica apparentemente “normale” è di fatto un crimine che miete più vittime di qualsiasi guerra, e per il quale le prove sono lampanti!
 
EpiNeo. Capita che qualche persona, che conosca o meno il tema, rimanga contrariata da una manifestazione in cui si inscenano finti massacri, o finte confezioni di carne con all'interno finti animali o esseri umani. A volte perché lo ritengono un metodo troppo forte, offensivo, altre perché viene considerato un modo “violento” di risvegliare la consapevolezza nelle persone. Mi sapresti dare la tua opinione a proposito? Avete avuto problemi durante queste manifestazioni?
Marco. Capita spesso! Si può dire che quasi tutte le forme di protesta intraprese dai vegetariani e dai vegan (non solo nell’ambito del movimento per l’abolizione della carne) suscitino fastidio o rabbia. Per esempio, mostrare foto o video di quello che avviene realmente nei macelli, in ogni minuto, in ogni secondo della giornata, è considerato un atto “aggressivo”. Per certi versi, è giusto definirlo così: costringere – anche se non in senso stretto – i passanti a vedere quello che normalmente non viene mostrato nelle pubblicità popolate di polli ruspanti o felici mucche al pascolo è un atto forte, senza dubbio. Ma bisogna anche notare che la violenza di queste immagini è poca cosa al confronto della violenza delle azioni che questi immagini riproducono. In altri casi, le tecniche di rappresentazione di questa enorme ingiustizia sono simboliche, eppure suscitano un certo rifiuto da parte di alcuni. Di solito, queste rappresentazioni giocano sull’analogia fra vita umana e vita non umana. Persone incatenate e mascherate con maschere bianche tutte uguali e numeri di matricola sul petto, a richiamare contemporaneamente la condizione degli umani nei lager e quella degli animali negli allevamenti; militanti “confezionati” nelle vaschette con etichette che esplicitano il paragone (“carne umana da allevamento biologica”, “umano DOC, allevato all’aperto, confezionata in Italia”, etc.); “scene del crimine” con le sagome degli animali; letture di testi sui campi di concentramento nazisti e la condizione degli animali da carne; attivisti muti e fermi con le bende sugli occhi e le mani dipinte di rosso, a simboleggiare la condizione del consumatore di carne che non può o non vuole sapere da dove arriva la bistecca che ha nel piatto: si tratta in molti casi di manifestazioni visivamente non troppo impressionanti, eppure non sempre le reazioni sono di riflessione o di accettazione. Credo che questo dipenda da una forte predisposizione culturale a rifiutare l’analogia fra umani ed altri animali: il clima ultra specista che contraddistingue le nostre società fa sì che anche solo ricordare che uomini e donne sono comunque animali fra gli altri animali (dato di fatto di per sé banale, almeno da Darwin in poi!) sia un atto rivoluzionario, difficile da digerire. Se poi si arriva a dire, proprio a ridosso della Giornata della Memoria, che “nei confronti degli animali tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno” (I.B.Singer), è chiaro che in qualche modo si demoliscono le certezze dei cittadini dei paesi democratici, in cui si pensa che l’olocausto hitleriano sia stato soltanto un incidente della storia ormai superato. Ma in effetti, per certi versi, la condizione in cui viviamo non è troppo diversa da quella delle popolazioni della Germania o della Polonia di quegli anni: intorno a noi, ovunque, si trovano campi di sterminio di animali, perfettamente legali, che facciamo finta di non vedere tanto è l’orrore che li contraddistingue. Noi pensiamo che non si possa tacere di fronte a questo fenomeno, e forse è inevitabile urtare la sensibilità di qualcuno. Ma in generale non c’è un’opinione unanime fra gli animalisti: alcuni pensano appunto che sia quasi “terapeutico” mostrare immagini forti o slogan espliciti; altri ritengono piuttosto si debba proporre spunti di riflessione meno “diretti”.
Certo, non sempre è facile far capire alle persone “comuni” che la nostra denuncia non è un atto di colpevolizzazione dei singoli (benché i singoli abbiano la possibilità, quanto meno, di non essere direttamente complici di questo massacro comperandone i prodotti). Anche se ci sforziamo di porre l’accento su un mutamento generale della produzione, del clima sociale, delle norme collettive, l’esposizione pubblica di questa tragedia viene spesso recepita come un’implicita accusa all’interlocutore. Questo deriva forse, in parte, dal fatto che gli animalisti si sono tradizionalmente posti in modo moralistico, giudicante, appunto, nei confronti dei carnivori (dimenticando che sono stati carnivori loro stessi, un tempo). Dall’altra parte, però, è evidente che molte persone vivono una contraddizione personale, un senso di colpa latente, che li fa reagire male di fronte alla nuda realtà. Ma questo, forse, è un buon segno rispetto all’indifferenza...
 
EpiNeo. Ti chiedo qualcosa che sta a cuore a molti come me, che ritengono che sia tutto molto bello, ma utopistico nell'immediato. Se fosse legiferato in merito da un giorno con l'altro cambierebbe la vita di moltissime persone (oltre che di moltissimi animali!). Grandi aziende di produzione del bestiame da dismettere e bonificare. Riconvertirle in aziende di altro tipo (frutta e verdura?). Nel frattempo per diversi mesi (o più) tutte le persone impiegate nella filiera della produzione di carne non avrebbero un lavoro.
Vorrei capire se ci sono piani concreti per la conversione, per fare in modo che non si proponga una cosa che va bene solo sulla carta. Se si avesse un piano di azione, per coloro che sono contrari non vi sarebbero molti alibi. Mi sai dire qualcosa in merito?
Marco. Questa è una domanda che talvolta viene posta agli animalisti stessi. In un certo senso, non credo che sia nostro compito rispondere, o almeno rispondere in maniera compiuta. In primo luogo, se concordiamo sul fatto che una determinata pratica è moralmente inaccettabile, la sua abolizione non può dipendere dalle alternative proposte. Per esempio, se siamo contro la schiavitù, lottiamo per l’abolizione indipendentemente dal fatto che esistano alternative già pronte per la produzione del cotone. In secondo luogo, se la società arriva a concordare sull’abolizione della carne, la sua attuazione concreta dovrà essere presa in carico dalla società nel suo complesso e non dagli “animalisti”. Detto questo, è importante far notare che questo processo è di per sé possibile, anche se non possiamo prevederne i dettagli. Per prima cosa, non è verosimile pensare che possa avvenire da un giorno all’altro: inevitabilmente sarà un processo graduale, non scevro da contraddizioni. A livello generale, ci sarebbero tre grandi problemi: il cambiamento generalizzato dello stile di vita, la riconversione della produzione con tutto ciò che comporta per i lavoratori, e il destino degli animali attualmente imprigionati. Per quanto riguarda lo stile di vita, la produzione di cibo e la distribuzione dovrebbero adeguarsi (ma, appunto, non da un giorno all’altro) alla mancanza di prodotti animali, rendendo quindi “normale” per tutti la dieta vegan. Attualmente, infatti, non è sempre facile trovare prodotti, soprattutto lavorati, senza derivati animali; la ristorazione pubblica offre poche alternative; i costi di alcuni prodotti vegetali sono gravati da tasse più alte dei prodotti animali o dalla scarsa produzione. È evidente che in un contesto radicalmente mutato la dieta vegan sarebbe una cosa normale e alla portata di tutti. Per quanto riguarda la riconversione, è chiaro che si amplierebbe il mercato dei cibi vegetali, e questo settore costituirebbe in parte lo sbocco dei lavoratori stessi. Un altro sbocco può essere pensato se consideriamo il terzo problema: la sorte degli animali. A lungo termine, sarebbe decisivo non far riprodurre – come invece avviene ora – gli animali da carne, latte e uova, affinché nel giro di una generazione non siano più presenti miliardi di capi di bestiame non adatti, perlopiù, a vivere in libertà. Agli animali ancora in vita dovrà però essere garantita un’esistenza il più possibile serena e libera, ed una morte il più possibile “naturale”. Le istituzioni dovranno quindi destinare risorse a questo scopo, e gli stessi terreni in cui un tempo venivano allevati degli schiavi per mandarli a morte potranno in molti casi essere delle oasi in cui accudire gli “scampati” al macello. Si può persino ipotizzare che alcune professionalità oggi al servizio di questa industria di morte potranno dare un contributo positivo a questo processo (veterinari, etologi, altre professioni specialistiche legate all’allevamento).

EpiNeo. Cosa può fare una persona interessata al problema per aiutare a far si che si concretizzi la proposta di abolizione della carne?
Marco. La cosa più importante da fare, al momento, è rivendicarla apertamente: non avere il timore di esprimere la propria posizione in merito, stimolare il dibattito, partecipare alle iniziative che chiedono l’abolizione degli allevamenti, della caccia e della pesca, esprimere il proprio vegetarismo o veganismo non come una scelta fra le tante ma come una presa di posizione “politica”, cioè di protesta verso una pratica che non è la crudeltà di qualche persona cattiva, ma è una vera e propria istituzione. Questo significa anche, in un certo senso, non indulgere troppo nella colpevolizzazione dei singoli, come se ognuno fosse responsabile di tutto questo male, ma chiedere un cambiamento sociale generale. Questo significa, soprattutto, scendere in piazza con chiarezza e fermezza. Se non lo facciamo noi che abbiamo scelto di dare voce agli animali sfruttati, chi può farlo?

EpiNeo. Marco, ti ringrazio per le risposte esaurienti e il tempo che mi hai concesso. Adesso ho idee più chiare sulle vostre proposte, sulle motivazioni e sui modi e tempi di realizzazione del cambiamento. Il vostro blog è sempre linkato qui a lato, chiunque capiti qui potrà raggiungervi. A presto, ciao!
Marco. Grazie a te e... a presto!




Per chi non l'avesse ancora vista, propongo la visione di una candid camera brasiliana che ha ottenuto un interessante risultato :)
Ciao!


mercoledì 25 gennaio 2012

Centrifugato di arance


Ed eccoci qui pronti per sfornare (si fa per dire) un'altra stupendissima sricetta!
 
Qui sto per sfiorare il ridicolo, me ne rendo conto, ma anche nelle cose più semplici si può nascondere qualche tranello, e poi comunque la bontà di questo centrifugato mi costringe a parlarne.

Innanzitutto occorre dire che è necessario avere una centrifuga. Non mi soffermerò a parlare delle qualità delle varie centrifughe, io ne ho una molto commerciale che per ora è quello che posso permettermi. Sul mercato vi sono estrattori di succhi che lavorano a velocità bassissime, senza ossidare gli alimenti, e fornendo molto più prodotto e nutrienti. Inutile dire che il prezzo di questi estrattori è molto alto, arriva ad essere addirittura pari a uno o due stipendi, che, per quanto uno stipendio possa essere basso, è comunque tanto. Ma un giorno ne comprerò una.....

La quantità di arance da usare varia in base alla taglia e alla sugosità. Diciamo che in media un paio di arance forniscono un centrifugato di circa un bicchiere e mezzo.

Preparazione
Non sbucciare le arance!! Molto meglio pelarle come faresti con una mela. In questo modo rimane attaccato all'endocarpo molto più albedo (ma come cavolo parlo?!?!), ovvero rimane attaccato al corpo interno del frutto molta più pellicina bianca (e dire pellicina bianca no?!!!).
Proprietà dell'albedo? Varie, vitamina P che aiuta l'assorbimento della C, che a sua volta aiuta la fissazione di Calcio nelle ossa, che bla bla bla... 
 
 
 
Più semplicemente due cose: 1) più si mangia un cibo in modo integrale meglio è, sempre che sia possibile ovviamente, e sempre che non ci siano veleni particolarmente dannosi in qualche sua parte; 2) il centrifugato viene molto più schiumoso e buono! E direi che questa è la motivazione principale che mi spinge ad usare più albedo.
 
Per chi volesse provare ad utilizzare anche l'epicarpo con cui sono imparentato per ovvie ragioni (dinne un'altra e ti banno il blog!), ovvero la parte esterna del frutto, può farlo a suo rischio e pericolo. Oggi sono schematico: 1) perché potrebbe essere la parte più contaminata dagli agenti chimici della coltivazione industriale, quindi non fatelo assolutamente se le arance sono spagnole (perché usano prodotti vietati in Italia ma che noi da furboni importiamo) e nemmeno se non sono almeno biologiche; 2) il centrifugato viene più aspro, quel tipo di aspro che ti fa allargare la bocca digrignando i denti e chiudere gli occhi contemporaneamente in modo che Freddy Krueger al tuo confronto sembri Topolino. Ho esagerato un po' per rendere l'idea. :)
 
Centrifuga!
Una volta che hai pelato le arance chiudi la tapparella della stanza in cui stai per fare il centrifugato in modo che entri poca o niente luce solare. Accendi eventualmente la luce artificiale se proprio non ci vedi. Dovrai utilizzare il coltello quindi è meglio che tu ci veda. 
 
Poi:
  • taglia ogni arancia in 3 o 4 pezzi e mettile nella centrifuga
  • centrifuga ricordandoti di mettere il bicchiere per raccogliere il succo sotto il beccuccio di uscita
  • alla fine scuoti un po' il macchinario alzandolo in avanti per fare cadere proprio tutto il succo
  • versalo in un bicchiere
  • degustalo sciaquandoti un po' la bocca col succo, pasteggiandolo in modo da farlo interagire con la tua saliva
  • ingoia
  • ripeti la procedura di degustazione fino a finirlo
  • lava tutti gli arnesi, la parte più pallosa la lascio fare a voi..... :P
 
Curiosità
In un post che parla di una sricetta non si può pretendere di raccontare la scienza infusa, quindi sii tollerante e lasciami pure dire qualche pignoleria, altrimenti il post si sarebbe concluso col titolo! :D
 
La curiosità sta nella chiusura della tapparella. La luce solare, più potente di quella artificiale, rende meno disponibile la vitamina C, uccidendola per così dire. L'ossigeno comunque ossida il succo, quindi in qualche modo stiamo bevendo qualcosa che non sarà così tanto nutriente come se mangiassimo l'arancia direttamente. 
 
Però: 1) mangiando l'arancia direttamente difficilmente se ne mangerà una quantità uguale a quella che si utilizza per un centrifugato (io lo faccio ma sono un caso anomalo), quindi la quantità di nutrienti sarà verosimilmente più alta nel centrifugato; 2) il centrifugato dovrebbe essere più digeribile ed è probabile che la biodisponibilità dei nutrienti sia maggiore; 3) chissene! A me piace il centrifugato e lo faccio a prescindere, anche col sole che mi sbatte in faccia, perché è buono e le mie super cellule esultano per questo!

Non imparerò mai a fare le foto ma chissene anche di questo, dovrebbero rendere l'idea e questo è l'importante.

Concludo con un chissene!

ps: io il terremoto non l'ho sentito, ero in treno.

lunedì 23 gennaio 2012

Settimana mondiale per l'abolizione della carne

Dal 23 al 30 gennaio 2012 si svolge la settimana mondiale per l'abolizione della carne. Qualcosa che va oltre la semplice scelta individuale di non mangiare derivati animali.

La proposta mira a legiferare in modo che sia vietato produrre e mangiare il corpo degli animali.

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un argomento molto spinoso. La proposta a mio parere è bella, mi trova d'accordo, ma utopistica. Non solo sul piano materiale ma anche su quello spirituale. Non tutte le persone su questo pianeta sono al medesimo livello di evoluzione. E forzare l'evoluzione, anche se solo nell'ambito del che cosa mangiare, non credo si possa fare. Tanto più che nel mondo esistono culture e livelli di civiltà completamente distanti tra loro.

Per quanto riguarda l'abolizione della produzione (che bisognerebbe chiamare allevamento ma allevamento non è), dello sfruttamento e del maltrattamento degli animali la trovo una proposta sensata e più fattibile, ma anche in questo caso non potrà cambiare il mondo da un giorno con l'altro semplicemente perché viene legiferato in merito.

Immagino il casino che si creerebbe se tutti i produttori di carne smettessero domani di vendere le loro carcasse per assenza di richiesta. Bello? No, bellissimo! Ma secondo me ancora utopistico. Tutti i produttori di pezzi di cadavere in putrefazione dovrebbero smaltire la propria produzione e convertire la propria attività per esempio in coltivazione agricola. Già questo lo vedo difficile da attuare, e anche nel caso in cui alcuni produttori di sangue e terrore si convertissero, dovrebbero fare il conto con il problema dell'inquinamento generato dal loro ex-lager che non consentirebbe certo il pronto utilizzo dell'area alla coltivazione di ortaggi e verdure per l'uso umano.

Questi sono solo alcuni problemi che mi sono venuti in mente seduta stante, durante la scrittura di questo post. Probabilmente se ci mettessimo a tavolino di problematiche ne sorgerebbero molte di più.

Detto questo è anche vero che la tematica è importante. Affrontare l'argomento è importante. Ognuno può analizzare la cosa come meglio crede, nella propria mente e nel proprio cuore. Penso quindi sia una settimana per pensare, per prendere consapevolezza di noi e di ciò che facciamo, direttamente o indirettamente, per mano nostra o per mano di altri. E magari senza fermarsi di pensare il 30 di gennaio.

Perché se sono vere le problematiche nell'attuare l'abolizione che ho evidenziato sopra, è anche vero che se tutti coloro che mangiano carne dovessero “prodursela”, bé i vegetariani sarebbero molti ma molti di più.

Giusto per avere un'idea della portata del problema carne, si legga Il nostro pane quotidiano.

Prima di lasciarvi al blog che tratta in modo specifico della proposta di abolizione della carne, vorrei enunciare un aforisma (o afofrase!) di Pino Caruso:
Mangiar carne è omicidio premeditato. Digerirla è occultamento di cadavere!
Questo non vuole certo essere un modo per aggredire chi mangia animali (anche chi non li mangia più ha passato in genere un lungo periodo della propria vita in cui li ha mangiati) bensì un modo per divenire sempre più consapevoli di ciò che facciamo. E questo vale per tutti, non solo per coloro che mangiano carne e pesce.

giovedì 19 gennaio 2012

Zucca cruda

Con questo inizio una serie di post che tratterà ricette difficilissime, veramente impegnative. Così impegnative che potremmo chiamare sricette.

Formalmente mi riferirò ad una sricetta come a una ricetta semplice, ma talmente semplice, che per farla non devi fare niente o quasi. Per intenderci prendere una mela e mangiarla è una sricetta.

In realtà una prima sricetta l'ho già postata tempo fa, quella delle lenticchie decorticate crude. Adesso è ora di un'altra sricetta: la zucca cruda!

La mia amica Elisa ha mangiato zucca cruda per mesi durante un periodo di intenso crudismo, le piace un sacco, e quindi ho pensato di provare pure io ad utilizzare questo peponide figlio di una Cucurbitaceae (non è un insulto ci tengo a dirlo :D) crudo!

Procedimento
Il tipo di zucca è quella classica stile Halloween per intenderci.
Il procedimento per prepararla è il seguente (mi raccomando fai molta attenzione perché è facile sbagliare!):

  • prendere una zucca
  • tagliarla a metà o in fette
  • eliminare o mettere da parte i semi (si possono essiccare se si vuole)
  • ricavarne la polpa in qualche modo
  • metterla dentro un frullatore o sminuzzatore
  • sminuzzare
  • mettere la zucca sminuzzata in un piatto et... voilà!
  • Le jeux son fait!

So che ti sarai perso leggendo questa complicatissima ricetta, rileggila pure una decina di volte per capirne bene a fondo il significato tecnico, filosofico e spirituale. Respira profondamente, non è difficile come sembra, CE, LA PUOI, FAARE!!! (detto come il Tu, non puoi, passare! di Gandalf nello scontro con il Balrog).

La zucca poi si può condire come si vuole: limone, olio e limone, curry, peperoncino, pepe o qualsiasi altra cosa che possa gradire il tuo palato (o meglio lingua), oppure anche così com'è, vergine vergine.

Sbucciare o spolpare?
La parte più difficoltosa è l'eliminazione della buccia. Io ho deciso che al posto di eliminare la buccia fosse meglio scavarne la polpa. Così con un cucchiaio mi sono messo a scavare la polpa in metà zucca alla volta. Ovviamente ne rimane parecchia attaccata alla buccia, allora metto le due metà zucche scavate nel frigorifero e aspetto di accendere il forno per qualche altro motivo (patate al forno o altro) in modo da sfruttarlo economicamente e ecologicamente. A questo punto taglio la zucca in fette anche grosse e le metto in forno. Quando la buccia si è ammorbidita si può tirare fuori dal forno e gustare. Anche fredda il giorno dopo è buona lo stesso.

Zucca colorata
Il bello di questa zucca è che è molto colorata, la foto seguente rende un po' più l'idea, ma non ancora quanto la realtà. Imparerò anche a far le foto prima o poi. Forse. :)



mercoledì 18 gennaio 2012

Denti devitalizzati 7

Dalle testimonianze esistenti sembra che i denti devitalizzati siano la causa (o perlomeno tra le concause quella di gran lunga con maggior peso) di moltissime patologie croniche gravemente invalidanti, per le quali spesso una persona si sente dire dalla medicina ufficiale che non c'è nulla da fare e che bisogna rassegnarsi.

Nel seguente video, effettuato dal solito dottor Bruno Darmon di Cannes, si possono sentire delle testimonianze di guarigione da sciatica, grave artrosi cronica al ginocchio e all'anca, periartrite alle spalle, dolori alla schiena e al collo, fatica cronica.

La testimonianza sull'artrosi è veramente impressionante, alla donna in questione era stato addirittura consigliato di sostituire le ginocchia con delle protesi. Si avete letto bene: sostituire le ginocchia! Il dolore è scomparso istantaneamente nel momento in cui ha estratto i denti devitalizzati e non è più tornato. Da vedere assolutamente!



fonte: youtube.com/user/mercuriocarretta

martedì 17 gennaio 2012

Quarta seduta

(9/1/2012)

Puntate precedenti:
  1. http://epineo.blogspot.com/2011/12/diario-operazione-denti.html
  2. http://epineo.blogspot.com/2011/12/seconda-seduta.html
  3. http://epineo.blogspot.com/2011/12/terza-seduta.html
Dopo la terza seduta accusai il solito gonfiore all'orecchio sinistro interno (e nel retro) e un dolore al tocco nei due giorni seguenti la seduta. Poi le condizioni nei giorni seguenti si sono sviluppate. È scomparso pian piano il dolore e l'orecchio ha iniziato a spurgare. I sintomi non erano troppo fastidiosi, niente capogiri e niente problemi di equilibrio fortunatamente, ma la sensazione dell'orecchio sott'acqua aumentava, stabilizzandosi per poi diminuire leggermente col passare dei giorni.

Solo che la quarta seduta incombeva vicino. Cosa fare quindi? Sostituire gli ultimi due amalgami o estrarre uno o più denti?
La voglia era quella di mettere fine agli amalgami, e di preservare le estrazioni per dopo, quando tra l'altro la gengiva della prima estrazione sarebbe stata ricostituita in toto sopra il nuovo osso.
Del resto i sintomi all'orecchio non erano drastici, così procedemmo con le sostituzioni amalgami.

Sostituzione amalgama del dente 24 (premolare alto a sinistra) e del 17 (molare alto in fondo a destra).
La prima con anestesia lieve, tanto lieve che iniziò a fare effetto dopo che Ronchi aveva finito la trapanazione e a metà della ricostruzione. E infatti il trapano un po' l'ho sentito.
Finita la prima sostituzione mi guarda e mi dice Se ti fidi io quest'ultima la farei senza anestesia. La volta prima mi disse che sarebbe stata un'esperienza. E facciamola 'st'esperienza!!

Qui il trapano l'ho sentito leggermente di più, ma veramente un nulla rispetto a quel giorno della mia infanzia in cui... 
...il mio caro dentista di allora alla seconda seduta di devitalizzazione di un dente si accorse che un pezzettino di nervo era rimasto lì. “E cosa facciamo l'anestesia per un nonnulla di pezzettino di nervo da togliere in qualche misero secondo?”. Certo che no. Fu così che gli angeli divennero demoni e gli uccellini che si vedono sopra la testa dei nostri eroi animati divennero pterodattili infuriati. E i secondi? Erano diventati minuti! Dolore acuto. Tanto dolore acuto.
Un'esperienza direbbe Ronchi... ma anche no!

L'orecchio ad oggi 17 gennaio è tappato un po' più rispetto a prima delle ultime sostituzioni, ma sta continuando a spurgare. Soprattutto di notte. Quando medito durante il rilassamento mi sembra proprio di sentire il liquido che inizia ad uscire nell'interno del canale auricolare. Se fossi rilassato tutto il giorno potrei giovarmi di una fase di disintossicazione più ampia, ma in questo momento, seppur tranquillo, non credo sia possibile. Va bene così.

Insomma adesso posso dichiararmi amalgama-free! Se fossi un pubblicitario potrei dire con un largo sorriso a 44 denti in fila per 6: Cosa aspetti?! Vieni anche tu nel club degli amalgama-free! ;)
Ovviamente questo non significa mercurio free. Per questo però ci vorrà un altro post.

E adesso non mi tocca che aspettare con ansia (si fa per dire!) febbraio per procedere con la prossima estrazione. 

Sembra quindi il caso di dire: Arrivederci alla prossima EpiNeo puntata!!! (anacronistico direi...)


martedì 10 gennaio 2012

Zucchero bianco

Lo zucchero bianco è un killer per la salute insieme a tanti altri cibi moderni come per esempio le farine raffinate. Alcuni cibi sono dei killer perché non adatti alla digestione e assimilazione di un corpo umano o perché denaturati dalla lavorazione industriale; oltre che per queste motivazioni lo zucchero bianco è dannoso alla salute anche perché viene lavorato con sostanze chimiche che nulla hanno a che vedere con l'alimentazione.

Per esempio, lo sapevate che lo zucchero bianco viene lavorato con la calce e l'acido solforoso? E che poi viene decolorato con il carbone animale (prodotto da ossa di animali)?

Inoltre 50 grammi di zucchero abbattono la capacità fagocitaria dei globuli bianchi del 76% per ben 7 ore. È chiaro che se una persona utilizza zucchero bianco abitualmente anche in modeste quantità sarà molto più esposto alla formazione di tumori (le cellule tumorali dovrebbero essere fagocitate dai globuli bianchi, ma se questi non lo possono più fare...).

Nel video di seguito viene concisamente spiegato il processo di raffinamento dello zucchero bianco.



Postilla personale: io non mi fiderei nemmeno dello zucchero di canna; tanto vale sostituire i dolcificanti (sempre che se ne senta il bisogno) con succo di agave o d'uva, oppure malto di riso e similari.

mercoledì 4 gennaio 2012

Influenza e vaccino anti panettonite

Tutti gli anni la stessa storia. Ma possibile che l'influenza non tardi mai? Possibile che deve sempre arrivare puntuale col suo picco massimo nella prima metà di gennaio? Qui in Italia i mezzi di trasporto sono spesso in ritardo ma l'influenza, si sa, non è italiana, arriva dall'Asia. Sembra che lì gli aerei siano sempre puntuali. Mai che se ne perde uno oh! Quello dell'influenza poi!

E quindi ci ritroviamo tutti a letto passandoci di bocca in bocca il classico virus influenzale di turno. Di bocca in bocca poi... io non mi sono accorto di nessuna che ha provato a passarmelo un virus... Virus che è arrivato puntuale... a gennaio, come volevasi dimostrare.

Eppure in questa storia c'è qualcosa di anomalo...

Come fa un virus a “volare” fino a qui dall'Asia? Un virus non è un organismo vivente, quindi non pensa, non mangia, non dorme, non si muove, non vola, non si arrabbia, non attacca, non si commuove, non ride, non ha compassione etc. Un virus è come un sasso. Lì, inerte. Una definizione più formale di virus è la seguente: un virus è una porzione di codice genetico, sia esso DNA o RNA, racchiusa in un capside (involucro) proteico lipidico.

Di fatto quindi un virus sembra non essere altro che uno scarto, un avanzo, di codice genetico racchiuso in una membrana formata da proteine e grassi.

Un virus è molto piccolo, circa 100 volte più piccolo di una cellula. È però molto più grande, circa 1000 volte, rispetto alle bollicine di vapore acqueo. Quindi un virus non può “volare” sospeso nelle bollicine di vapore acqueo. (Approfondimenti: Virus: cosa sono?, Flugge: cosa sono)

Continuo a non capire come faccia allora ad arrivare qua...

Visto che non può volare è sicuro che prende l'aereo, altrimenti non potrebbe essere così veloce e puntuale tutti gli anni. Lo prenderà aiutato da qualcuno, perché lo voglio vedere a prenotare un viaggio su Internet o in agenzia di viaggi! Lui proprio che non può nemmeno pensare, figuriamoci parlare!

Ok allora ho capito, prende l'aereo stando all'interno di corpi di essere umani.

E 'sti asiatici non possiamo lasciarli dove sono?! Tutti gli anni devono venire in massa da là fino a qua?!

Eppure continuo ad avere dubbi sull'argomento.....

Ok che questi virus prendono l'aereo con gli umani per venire qua. Ok che se un contaminato mi starnutisce in faccia magari me lo trasmette e io lo ingoio pure (chessschifooo!!!), ma poi perché colpisce (ma non avevamo detto che non poteva attaccare?) sempre lo stomaco e l'intestino? Non c'è mai il virus delle gambe? O quello delle braccia? Quello dei denti? Delle ossa? Delle punta delle dita dei piedi?!

Ricapitoliamo: il virus asiatico è puntuale, tutti gli anni colpisce con la massima potenza nella prima metà di gennaio, colpisce il sistema digerente.

Eppure se fosse così deterministico dovrebbe creare gli stessi scompensi sempre, a tutti quanti. Invece molti non prendono il virus, o forse non ne avvertono i sintomi, molti avvertono sintomi attenuati, molti avvertono sintomi importanti, e alcuni addirittura muoiono.

Che strano virus. Ma siamo sicuri che i sintomi dell'influenza siano proprio colpa del virus? Non c'è qualcos'altro che determina questi sintomi?

Poi perché sempre solo un virus alla volta? Cosa fanno in Asia, indicono le votazioni per eleggere il virus dell'influenza annuale? Mah, questa storia è sempre più strana.

Tra l'altro il corpo umano produce miliardi di virus ogni giorno durante la disgregazione cellulare, perché non ci ammaliamo così tutto l'anno? Ogni giorno dell'anno. Forse perché i nostri virus autoprodotti sono più buoni? Potrebbe essere...

Eppure... facciamo due conti...

D'estate ci rinforziamo grazie al sole, al mare, alla montagna, all'aria più pura. Mangiamo più frutta e verdura fresca. Più cibo crudo. Facciamo attività sportiva per stare in forma. Meno cibi cotti e stracotti. Meno cibi pesanti da digerire.

Poi arriva l'autunno e iniziamo a rimpinzare i nostri stomaci e intestini con cibi caldi e stracotti. Abbandoniamo quasi frutta e verdura cruda, facciamo meno sport, meno aria fresca, meno movimento in generale. Meno sole. Del resto il sole è la fonte energetica del nostro cibo, grazie ad esso crescono e maturano tutti i cibi crudi e naturali come frutta e verdura che fanno tanto bene alla salute. Il sole è molto importante anche per il nostro metabolismo, quindi è importante prenderne un po' ogni giorno direttamente e non attraverso i vetri dell'ufficio o di casa. A fine autunno quindi siamo già debilitati per tutte queste mancanze.

Ma poi arriva dicembre! L'Immacolata, vigilia di Natale, Natale, Santo Stefano, Capodanno, e poi in gennaio l'Epifania. Durante questo periodo la quasi totalità delle persone fa cene di rito coi colleghi e amici per salutarsi prima delle festività. Poi si ammazza a cena prima di Natale, a Natale e Santo Stefano. Poi c'è Capodanno e qui solitamente si da la botta di grazia al nostro corpo con una cena stile La grande abbuffata. Chi arriva indenne fino a questo punto può rovinarsi con l'Epifania.

Durante tutto questo periodo i cibi preferiti sono solitamente cotti o stracotti, con abbondanza di proteine animali, poca verdura e rigorosamente cotta, fritta e unta. Frutta pochissima se resta spazio, ma sempre dopo i super pranzi e super cene, giusto per farla fermentare un po' e rendere più potenti gli effetti debilitanti dei cibi carnei e cotti ingeriti precedentemente.

Tutte queste proteine animali stracotte vengono incollate alle pareti intestinali dall'abbondanza dei farinacei, delle paste e in generale dei prodotti da forno, soprattutto perché preparati con farine raffinate, come la 0 o la 00. Pochi sanno che alcuni cereali in forma raffinata e preparati adeguatamente venivano e vengono tutt'ora adoperati come collanti (anche quelli privi di glutine come il riso) per esempio per incollare la carta da parati. E che collanti direi! Tutt'altro che scadenti.

Immaginiamo le indigeste, indigerite, fritte e unte proteine animali, mischiate a cibi altamente fermentanti, quali gli zuccheri industriali e non, che putrefanno, putrefanno e putrefanno incollate alle pareti delle nostre viscere. Che immondezzaio!!

Vogliamo parlare degli zuccheri? Vogliamo festeggiare senza il mitico zucchero? Senza dolci ammazza Sistema Immunitario? Una botta al pancreas che in pochi giorni è costretto ad un super lavoro per produrre insulina, obbligato a spendere le stesse energie che con un'alimentazione sobria ed equilibrata avrebbe speso magari in un anno intero!

E non avanzare mica il panettone eh?! L'emblema dell'immondezzaio, composto da proteine animali, grassi e zuccheri industriali in copiosa quantità, con un potere putrefattivo, fermentativo e incollante da numero 1. Eh si, il panettone vince, vince, vince!!!

E per tutto questo scempio non c'è vaccino che tenga. Se l'influenza, pardon la panettonite, ti deve venire, ti viene!

La soluzione? Il vaccino anti panettonite!

Che non significa non mangiare il panettone e basta, ma significa non ammazzare il nostro organismo come descritto al contrario poco fa. Quindi continuare a rifornirlo di frutta di stagione fuori dai pasti, verdura fresca e cruda prima dei pasti, mangiare cereali, pasta e pane solo integrali accompagnati da verdure cotte conservativamente, no ai fritti, evitare le proteine animali, e non esagerare ammazzandosi tanto da non riuscire ad alzarsi dalla sedia. Fare pure un po' di attività fisica che non guasta certo, anzi.

Ecco questo lo chiamerò il Vaccino Anti Panettonite! Della EpiNeoartis, non lo trovi in farmacia.

Sono pure generoso, non lo brevetterò, ne puoi fare uso come e quando vuoi! ;-)

Ah dimenticavo: questo vaccino ha un effetto collaterale, non per chi lo utilizza a dire il vero... ma per il virus... non so perché, ma perderà l'aereo.....


martedì 3 gennaio 2012

Jim Carrey contro la delirante politica dei vaccini

di Lorenzo Acerra

In questo video (in fondo all'articolo) Jim Carrey sostiene che una politica latitante e complice ha svenduto la salute dei neonati a favore dell'industria dei farmaci.

E in questo articolo c'è da dire pure che il pubblico è stato davvero latitante, e stenta a concettualizzare che cosa sono i vaccini.

Naturalmente la scienza, i cui impiegati salariati traggono i loro stipendi dalla ragionevolezza in relazione al sistema farmaceutico, ha taciuto sulla questione degli effetti in termini di allergie e disordini della digestione e problemi psicologici dei vaccinati a 1 anno di vita.

Ma se la scienza ha taciuto, alcuni giudici no. Alcuni si sono tolti grosse soddisfazioni nella propria microscopica giurisdizione.

Come per esempio in Italia dove l'obbligo di vaccinare non esiste praticamente più per una trentina di delibere dei Tribunali dei Minori con persone che non volevano far vaccinare i propri figli.

Luogo a non provvedere per una coppia di genitori che ha rifiutato di sottoporre il figlio alle vaccinazioni obbligatorie (a questo link la sentenza integrale).

Sentenza positiva che di fatto apre la strada all'obiezione legale nella nostra regione. La documentazione presentata al giudice minorile è il frutto di un lavoro meticoloso, durato settimane, di concerto con l'associazione del Comilva e la ferma volontà dei genitori a dimostrare la fondatezza delle loro convinzioni. 

La sentenza è rivoluzionaria: riconosce ai genitori, in presenza di una approfondita conoscenza delle tematiche vaccinali, la libertà di scelta.



fonte video: youtube.com/user/mercuriocarretta



Leggi anche http://www.medicinenon.it/i-meccanismi-per-cui-i-vaccini-danneggiano-lorganismo.


lunedì 2 gennaio 2012

Riassunto anno 2011

È finito questo 2011 anche per il blog EpiNeo, e nonostante non sia passato ancora un anno solare da quando è stato aperto vorrei tirare qualche somma.

Il post che ha ricevuto più visite è stato nettamente Ma gli umani, sono esseri consapevoli?, e devo ammettere non per merito mio. La foto infatti è rubata (non a qualche privato altrimenti avrei chiesto il permesso) e penso sia una foto di catalogo o di qualche rivista presente qua e là in rete. Fatto sta che molti arrivano a questo post per via del fatto che ricercano su Google immagini di scimmie, scimmie che pensano o similari. Spero comunque che il contenuto sia stato letto in quanto desta interesse e curiosità.

Il secondo post più visitato, ma soprattutto quello che reputo più interessante, è stato Relazione mercurio omocisteina. Questa traduzione penso sia uno dei pochissimi articoli in italiano sull'argomento. Lo reputo quindi molto importante.

Non posso non citare anche il post che si piazza per il numero di visite sul terzo gradino del podio, Lenticchie decorticate crude. Ad esso molte persone sono arrivate ricercando su Google informazioni riguardo le lenticchie crude o decorticate. Segno forse di un riavvicinamento delle persone ad uno stile alimentare più semplice e frugale.

Ad un certo punto durante l'anno ho iniziato a postare diversi video animalisti, che io definirei semplicemente informativi. I contenuti sono più o meno cruenti perché trattano degli allevamenti industriali (Un equilibrio delicato, The Meatrix, Facciamo il collegamento, Meat the truth - Carne, la verità sconosciuta, Il nostro pane quotidiano), ma ho postato anche qualcosa di comico (Salsicce fresche di maiale) che faccia comunque pensare e prendere consapevolezza dell'argomento.

Inoltre l'anno 2011 è stato per me molto importante e interessante perché ho conosciuto Lorenzo Acerra. Conoscevo Lorenzo già da un paio d'anni per la notorietà che gode su web riguardo alcuni argomenti, ma non l'avevo mai contattato. Solo quest'anno ho avuto la necessità e la voglia di chiedergli qualche informazione riguardo gli amalgami, scoprendo il problema ben più grave dei denti devitalizzati. È un po' come se avessi tenuto nel taschino l'opportunità di conoscerlo fino al settembre scorso quando ho deciso di usare tale opportunità. Fa riflettere questa cosa perché è un evento che nella mia vita si è già verificato con altre persone o con altri strumenti; ovvero il fatto di conoscere una persona o uno strumento che possa aiutarmi ma che non ho utilizzato subito, probabilmente perché non ero pronto, e che poi al momento opportuno ho deciso di valorizzare non so nemmeno io sotto quale spinta.

Così ho iniziato a leggere molti documenti che mi ha passato Lorenzo e a postare i video del suo canale youtube mercuriocarretta (Denti devitalizzati, Denti devitalizzati 2, Denti devitalizzati 3, Denti devitalizzati 4, Denti devitalizzati 5, Denti devitalizzati 6).

A seguito della conoscenza delle informazioni sui denti ho iniziato a sostituire gli amalgami e a estrarre i denti devitalizzati, registrando storia, informazioni e note in una sorta di diario personale (Diario operazione denti, Seconda seduta, Terza seduta).

Voglio citare per ultimo ma non ultimo il primo post di questo blog, Primo post - Omaggio alle piante. Non solo perché è quello che ha aperto le danze ma per il contenuto del libro in esso recensito, una cui pagina recita “A coloro i quali, in tutte le mutevoli sfaccettature di questo universo, non ne vedono che uno solo, appartiene la Verità Eterna, a loro e a nessun altro, nessun altro!”. Frase, aforisma, o afofrase (!) a cui sono molto affezionato.

Nel 2012 ho intenzione di proseguire con gli argomenti già trattati, ma è probabile che affronterò più approfonditamente gli argomenti salute e nutrizione.

Stay tuned!!! ;-) 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...