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mercoledì 18 maggio 2011

sabato 14 maggio 2011

Quando tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa.
Walter Lippmann, giornalista americano
Sono quasi 300 anni che la chiesa ha accettato il sistema galileiano. È un peccato che la maggior parte degli uomini continui però a credere che la Terra/Uomo sia al centro dell'Universo.
EpiNeo

mercoledì 11 maggio 2011

Ma gli umani, sono esseri consapevoli?

Difficile dare una risposta definitiva a questa domanda. Sicuramente di alcune cose siamo consapevoli, ma di molte altre (molte più di quante pensiamo) no.
Non ho intenzione di approfondire il problema in questo post, per adesso mi limito a riportare un esperimento che possa farci riflettere citato da Gary Hamel e C.K. Prahalad (1995), tratto dal libro Non tutto il marketing vien per nuocere di Claudio Nutrito (Ed. FRANCOANGELI) riguardo al pensiero di gruppo.
Quattro scimmie vengono poste in una stanza al cui centro è stato collocato un palo con in cima un grappolo di banane. Una scimmia affamata si arrampica sul palo, ma non appena tenta di staccare una banana dal grappolo viene investita da un gettito di acqua fredda che esce da una doccia collocata nel soffitto. Una alla volta anche le altre scimmie tentano di prendere una banana, ma vengono anch'esse inesorabilmente bagnate e scendono dal palo senza essere riuscite a prendere il cibo. Dopo una serie di tentativi le quattro scimmie si danno per vinte e rinunciano ad ulteriori tentativi.

Dopo un po' di tempo una delle quattro scimmie viene tolta dalla stanza e sostituita. La nuova scimmia, completamente all'oscuro dei precedenti, appena entrata nella stanza si accinge a salire sul palo per agguantare una banana, ma viene fermata dai messaggi delle altre scimmie che le fanno capire l'esistenza di un pericolo. La nuova arrivata, senza aver vissuto l'esperienza della doccia fredda, si convince a rinunciare al tentativo.

Una alla volta, anche le altre scimmie vengono sostituite fino ad arrivare alla formazione di un gruppo di quattro scimmie diverse dalle prime. Tuttavia ogni nuova arrivata ha ricevuto dalle altre il messaggio di non arrampicarsi sul palo, pur senza ben comprendere la natura del pericolo, e nessuna di loro tenta di prendere una banana, neppure dopo che la doccia viene tolta.

Come nell'esperimento delle scimmie, anche fra le persone l'esperienza può essere tramandata all'interno di un gruppo, di un'organizzazione, di un'azienda. Ai nuovi arrivati viene trasmesso ciò che è emerso dall'esperienza, “ciò che non si può fare”. E spesso tutti condividono questa esperienza trasferita nel tempo senza pensare minimamente di metterla in discussione, di verificare se ha ancora una sua ragion d'essere, se è intervenuto qualche mutamento nella situazione di partenza.
Si crea quindi una sorta di pensiero omogeneo di gruppo.
Walter Lippmann, il famoso giornalista americano, ha detto: “Quando tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa”.

Karma o non Karma, questo è il problema!

Non vi è mai capitato di guardare un'altra persona alle prese con una problematica che si porta dietro da tempo, e di pensare che si sta perdendo in un bicchiere d'acqua senza riuscire a venire a capo ad una situazione che a voi sembra di semplice soluzione?
O al contrario, non vi è mai capitato di osservare una persona districarsi alla grande in problematiche che voi vivete (o vivreste) in maniera più affannosa, senza cavarne un ragno dal buco?
Anche semplicemente pensando a se stessi qualche anno fa potremmo identificare situazioni che abbiamo fatto fatica ad affrontare ma che ora ci sembrano se non banali comunque di semplice soluzione. Le difficoltà e la sofferenza nell'affrontarle ci hanno reso più forti, ci hanno fatto crescere ed evolvere fino a diventare ciò che siamo ora.
Io penso che quando veniamo al mondo, lo facciamo in modo intenzionale (ma inconscio come umano) in un certo tipo di contesto, scegliendo il paese, la regione, la famiglia, in una parola sola scegliendo l'ambiente in cui vivere, in modo che ci aiuti a risolvere quelle problematiche sulle quali il nostro spirito ha deciso che dobbiamo lavorare. In questo modo l'evoluzione può avere luogo, e portarci verso una maggiore consapevolezza di ciò che siamo e proviamo.
Le problematiche che abbiamo, oltre ad essersi originate in una vita precedente, possono anche essere originate nella vita che stiamo vivendo ora, aggiungendosi a quelle già esistenti e rendendo quindi la situazione più complicata.
Per maggior chiarezza provo ad esprimere con parole mie cosa è il Karma (spiegazioni più esaustive e puntuali si trovano largamente in rete):
il Karma è l'insieme delle conseguenze generate dalle nostre azioni durante questa vita o quelle precedenti
Personalmente ho iniziato a credere a Karma e reincarnazione quando ancora non sapevo cosa fossero, perché sentivo che alcune mie problematiche erano molto vecchie. E andando indietro con la memoria non riuscivo a collegare il problema ad un evento scatenante avvenuto in questa vita. A onor del vero vi sono situazioni che risultano di difficile analisi soprattutto se proviamo a farlo da soli, senza l'aiuto di un esperto; queste situazioni sono:
  • la nascita e tutto ciò che è accaduto durante e subito dopo il parto (e che quindi non possiamo ricordare)
  • eventi molto traumatici che abbiamo nascosto nella memoria, rendendone difficile il ricordo
Nonostante queste possibilità, sento che alcuni problemi sono troppo radicati per essere di questa mia vita. Ovviamente rimangono solo sensazioni, e non posso esserne certo.
A prescindere da dove derivano i problemi, la cosa importante è essere consapevoli del problema, e provare a trovare una soluzione ad essi, riuscire a non rimanere incastrati in quel labirinto che ci riporta sempre al punto di partenza, e che ci fa vivere sempre la stessa tipologia di esperienze.

Per quanto detto, e riflettendo sulle domande poste all'inizio, non dovremmo giudicare una persona che rimane incastrata in una problematica che a noi sembra di semplice soluzione, e allo stesso tempo non dovremmo giudicare noi stessi se ci sembra di rimanere fermi attorno ad un problema.
È doveroso metterci impegno per migliorarsi, ma senza giudizio.
Non ha senso quindi, pensare di essere migliori o peggiori nel gestire certe situazioni rispetto ad altri, perché ognuno di noi ha la sua storia, il suo passato e il suo contesto di crescita diversi da quello degli altri. 

Un contesto personale, un Karma, che forse, è stato studiato appositamente per metterci in crisi, farci arrovellare, ma col fine ultimo di evolvere per diventare migliori, più completi e consapevoli, non contro ma insieme a tutti gli altri.

mercoledì 4 maggio 2011

Durante il percorso di vita bisognerebbe avere l'umiltà di imparare solamente, e mai di insegnare. Se qualcuno ci riuscisse darebbe agli altri il più grande degli insegnamenti.
EpiNeo
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