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lunedì 24 dicembre 2012

Stonehenge di pomodori

(come ascolto di fondo per questo post si consiglia la Also Sprach Zarathustra di Richard Strauss, meglio conosciuta come la colonna sonora di 2001: Odissea nello Spazio)


Qualche sera fa un paio di inamovibili megaliti di pomodori sono arrivati sulla mia tavola. Altro che cerchi nel grano! Questo era veramente un evento da capire e analizzare. E ho voluto condividerlo con voi perché credo sia interesse di tutti avere prove o almeno indizi che ci aiutino a rispondere alla Domanda: "Da dove veniamo?".

Un attento e accurato test mi ha dato risposte qualitative e quantitative sulla fattezza di queste sculture.

  • 4 pomodori medi tondi
  • 1 avocado
  • 15 olive di gaeta snocciolate
  • 1 C di capperi sciacquati
  • 1/2 cipolla
  • 1 c di peperoncino in polvere
  • 1/2 limone
  • 1 filo di olio evo
  • qb di semi di papavero per guarnire
  • qb di semi di zucca per guarnire

Un secondo test mi ha consentito di fare ipotesi sul lavoro di composizione che una civiltà immensamente superiore alla nostra ha utilizzato per creare quest'opera spettacolare. Chiameremo questa civiltà Civiltà EpiNea.
Molto probabilmente gli EpiNei hanno svuotato i 4 pomodori rotondi con un attrezzo simile ad un cucchiaio dei nostri giorni, tagliando prima la parte alta con un coltello e degustando la parte tagliata (questo è iscritto con geroglifici ve lo garantisco, dalla foto non si vede), e poi scavando col coltello tutto l'interno riponendo gli scavi in un mixer tritatutto tipo un robot da cucina. Che evoluti questi EpiNei!! Hanno pure i robot da cucina! 

Insieme all'interno dei pomodori avranno messo nel mixer anche l'avocado privato della buccia e del super nocciolo, le olive snocciolate (chissà se gli EpiNei usano snocciolatori automatici o manuali, non oso fare ipotesi su questa scoperta) e tutto il resto tranne i semi di papavero e di zucca.

 
Al comando di un erudito EpiNeo il robot da cucina avrà sminuzzato e frullato tutti gli ingredienti ottenendo così una sostanza più o meno omogenea la cui somma degli ingredienti era molto di più della semplice somma degli ingredienti. Era il Tutto, il nettare di Vita!



Il Tutto è stato così utilizzato come ripieno per i pomodori, scavati della loro essenza primordiale ma ora arricchiti di un'anima verde e consapevole. E che più felici siano!

Riposti su un piatto e guarniti con grandinate di semi di zucca e papavero, Essi erano là, anzi no, ESSI SONO e basta.

In verità Vi dico: onorate questi Stonehenge di pomodori ogni qual volta ne avrete la voglia e il bisogno e accompagnateli come meglio credete. Fatevi guidare dal Cuore e gli EpiNei vi forniranno tutte le risposte.


Dimenticavo: sparateveli nel gargarozzzzzooooooooooo!!! :D


Con questa ricetta SALATA partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli.


venerdì 21 dicembre 2012

Fruotolo 2: la vendetta

Ebbene si.

È tornato!!!!!!!
Tadaaaaaaaaaa!!!!!!


Visto che per partecipare al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli ho riciclato la ricetta di luglio, ho voluto rifare e rivisitare la ricetta del Fruotolo.

Devo dire molto onestamente una cosa: la regola per i film di una serie per la quale il secondo è peggio del primo, vale anche per il Fruotolo. Del resto è risaputo che il primo Fruotolo non si scorda mai. Ma non spargete lacrime sul pavimento, perché il momento è comunque solenne.

 

Intanto c'è una novità. La pasta di banana questa volta l'ho fatta con 5 banane non proprio mature, frullandole per un po' (2-3 minuti?) e mettendoci anche dello zenzero in polvere. Non so quale di queste novità ha prodotto un risultato apparentemente migliore di quello standard, una pasta di banana essiccata chiara. Come se non fosse ossidata con l'aria. Fico!



Molto bella e maneggevole questa pasta con cui si può fare tranquillamente un cannolo gigante. Se ci mettete dentro erbe e spezie non è affar mio, io l'ho riempito principalmente con frutta. 


Gli ingredienti per il ripieno sono:
  • la polpa di 8 mele rosse di media grandezza e un po' del succo (estratto con l'Impavido, HU100)
  • 10 datteri mazafati, privati della buccia
  • 2 tazze di mandorle sgusciate non tostate, non salate e macinate
  • cannella in polvere q.b.
  • succo di mezzo limone di Sicilia o anche meno
  • 1 stecca da 100 gr. di cioccolato fondente min. 70%
  • succo d'agave o malto di riso o d'orzo (facoltativo)

Estratto il succo delle mele con un estrattore o centrifugatore si prende l'avanzo, che è quello che ci serve, e lo si mette in una terrina. A seconda dell'attrezzo con cui si è estratto il succo e a seconda della varietà di mela si ottiene una polpa più asciutta o più bagnata. Aggiustate eventualmente l'impasto con il succo avanzato se dovesse risultare troppo secca. Nella stessa terrina metteteci i datteri sbucciati e iniziate ad impastare il tutto con una forchetta. Volendo potete usare il frullatore, io questa volta non ho voluto perché ho eseguito l'operazione intorno alle 2 di notte. E adesso non dirmi che vuoi sapere perché mi metto a fare certe cose alle 2 di notte. Ognuno ha i suoi problemi. E poi non ci credo che nessuno abbia mai fatto un Fruotolo a notte fonda, è sicuramente una pratica diffusa e da diffondere ancora di più.

Ma torniamo a noi.

Una volta che l'impasto ha raggiunto una consistenza omogenea aggiungete le mandorle macinate. In questo caso il macinino l'ho utilizzato. Ho pensato che usare un macinino sarebbe stato comunque meglio che frantumare le mandorle in un mortaio per giunta in ottone. I vicini ringraziano mio padre e mia madre per avermi fornito almeno un neurone funzionante che sarà anche poco, ma è sempre meglio di niente!


Aggiungete anche la cannella e aggiustate col succo di mela se necessario. Se scegliete di utilizzare un dolcificante, malto o succo d'agave, mettetelo a questo punto. Si può anche pensare eventualmente di sostituire il dolcificante con delle scaglie (o farina) di cocco. Oppure fate come me, non mettete il dolcificante e scoprite un sapore meno accattivante ma più semplice.
Spremeteci dentro anche il limone, ovviamente solo se è di Sicilia, altrimenti la ricetta non si può fare.

Mischiate, sempre con la forchetta, fino ad ottenere un impasto omogeneo.

A questo punto entra in gioco la pasta di banana, bella stesa sulla schiena. A lei piace molto essere spalmata con il composto che avete appena creato nella terrina. Ma noi siamo cattivelli e non le diamo questa soddisfazione.

Prendere la stecca di cioccolato e con un coltello fare finta di tagliare delle listarelle in modo che si sbricioli tutto sulla pasta di banana. Lasciate un lato della pasta libero perché sarà necessario arrotolare il tutto. Sopra i pezzi di cioccolato sistemare il ripieno in modo omogeneo.

[Nota Degli Assaggiatori: le briciole di cioccolato sarebbero state meglio all'interno del ripieno]. Fate voi, credo sia una questione di gusti.



Prendere il lato corto della pasta che avete spalmato fino alla fine e iniziare ad arrotolare fino a creare un rotolo. Ma non un rotolo qualunque. Il Fruotolo!

E questa volta è pure albino. :)


Mettetelo in frigorifero fino a quando dovete consumarlo o poco prima. Poi rimane l'ultima cosa da fare: tagliarlo e spararvelo nel gargarozzo! ;)


Con questa ricetta DOLCE partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli.





giovedì 13 dicembre 2012

I vaccini veterinari causano problemi ben documentabili

di Lorenzo Acerra

Buongiorno, sono Lorenzo Acerra, i gruppi di animali vaccinati sono nettamente più ammalati di animali mai vaccinati, come si spiega? Forse che i produttori di vaccini hanno cercato e usato tutta l'autorità che potevano mettere in gioco per avallare la loro ottica del guadagno? Forse che, come al solito, nel mercato del vendibile agli animali domestici finiscono/sono finiti tutto il peggio degli scarti? Forse che possiamo dare la colpa ai veterinari indottrinati da un'università e un sistema di gratifica "particolari", dove la ruota gira solo con il denaro e il consenso dei produttori di schifezze?

No, questa volta non si tratta di niente di tutto questo. Si tratta invece del fatto che il sistema immunitario degli animali è più facilmente scardinabile di quello degli esseri umani e quindi i danni sono più trasparenti e la logica dei vaccini viene immediatamente sbugiardata.

Nel 2004 stavo 12 ore al giorno al computer su MEDLINE, perché mi accorsi che potevo accedere alle pubblicazioni scientifiche online e ad un certo punto decisi che volevo capire come facesse la scienza a dire che le cavie su cui si facevano gli studi "sperimentali" avessero veramente la stessa identica malattia di cui loro stavano cercando la cura farmacologica per noi umani! La scienza creava e crea gruppi di cavie con malattie secondo i bisogni della sperimentazione farmaceutica: topi, conigli e anche cani con artriti, mal di testa, dermatiti, tiroiditi etc. Dunque come fanno ad avere questi esserini ammalati a comando? Si devono mettere ad allevarne 1000 per averne 100 di malati? Oppure ne coltivano 100 per averne 100 malati (che è economico dal punto di vista del datore di lavoro)?

È un aspetto che è stato studiato ovviamente, ma nell'ombra: esiste il tecnologo che sa che deve recapitare delle cavie ammalate. Levine nel 1975 spiegava che l'uso simultaneo di vaccino della pertosse e di adiuvante di Freund (molecole antigeniche, molte delle quali presenti nei vaccini) era moderatamente ma non consistentemente efficace nel produrre encefalomielite autoimmune. Caspary nel 1977 avanzava altre osservazioni che sembravano la prova inconfutabile del potenziale patologico dei vaccini: "La severità clinica dell'encefalomielite autoimmune nelle cavie è aumentata dal pre-trattamento con il vaccino del cimurro, del morbillo e della tubercolosi. Il vaccino per il morbillo stimola un inizio più grave della malattia. L'aggiunta della vaccinazione della rosolia porta ad una leggera forma della malattia che riappare clinicamente se si rifà uso dell'appropriato vaccino" (...!!!!).

Questa pratica del far ammalare gli animali in modo scientifico prendeva spunto da un modello teorico di malattia valutato negli anni Trenta anche grazie ai notevoli contributi di medici italiani: nelle malattie cronico-degenerative esistono elementi anticorpali che si fissano su determinati organi e che solo nel tempo, o con l'invecchiamento magari, causano una flogosi iperergica, che si riacutizza ogni qual volta vi è una successiva immissione in circolo anche di piccole quantità dei medesimi elementi anticorpali.

Dovete sapere che in molte malattie cronico-degenerative c'è una diminuzione delle funzioni Th1 e un aumento di quelle Th2, dove il primo in una metafora potrebbe essere l'accoglienza, la gestione e il processo di metabolizzazione e smaltimento del cibo, mentre Th2 non sarebbe altro che la memoria che il cervello ha di quel cibo.

L'accoglienza e la gestione dei virus e delle informazioni ambientali ha la sua sede principale nell'immunità delle mucose (il Th1), che invece con le vaccinazioni non solo viene bypassata, ma viene pesantemente bastonata e soppressa. Peccato che lo sviluppo del braccio Th2 a scapito di quello Th1 significhi ogni sorta di allergia, infiammazione cronica e malattia cronica degenerativa.

Zironi (1999) diceva che un vaccino diminuiva l'immunità mediata da linfociti (Th1) del 50%, due vaccini insieme del 70%. Sono disponibili numerosi dati che mostrano che rinite allergica, asma bronchiale allergica, dermatite atopica, rappresentano il risultato di una risposta Th2 nei confronti di antigeni ambientali innocui (allergeni).

Quando uno si aspetta danni solo dal virus allora non ha detto tutto. I vaccini fanno ammalare non solo perché i loro adiuvanti tossici disarmano il sistema genetico che previene le malattie e le infiammazioni, ma anche perché spostano l'equilibrio Th1/Th2 sempre più verso la predominanza di Th2.

Negli anni Trenta non si riusciva a capire perché la setticemia desse risultati così variabili e soprattutto solo in certi casi si rivelasse pericolosa e fatale. Una volta postosi il problema e fatte indagini sul sangue e il sistema immunitario, i vari padri della medicina clinica italiana (a Roma il prof. Cesare Frugoni, a Firenze il prof. Antonio Lunedei, a Sassari il prof. Flaviano Magrassi, a Bologna il prof. Domenico Campanacci, a Siena Albanese) arrivarono alle conclusioni che la malattia ha bisogno dello sballo del sistema immunitario nel senso Th2. Credettero in questo modello anche i famosi Virgilio Chini e Mario Lusena, per non dire poi anche i professori della Clinica di Chirurgia dell'Università di Torino Mario Donati e Ferdinando Micheli, che nel 1929 ad Acqui Terme (AL) avevano fondato il primo istituto italiano unicamente dedicato alla terapia focale delle malattie reumatiche. La situazione di predominanza di Th2 e di depressione del Th1 favorisce lo sviluppo d'infezioni virali croniche subcliniche, che poi negli anni portano antigeni al sistema e quindi il pendio delle malattie cronico-degenerative più diverse.

Questi mediatori Th2 in eccesso (per semplicità facciamo riferimento alla ben nota e verificata teoria degli immuno-complessi) colonizzerebbero gli organi target (che possiamo pensare come il punto di minor resistenza), suscitandovi nel tempo una flogosi iperergica pronta a riacutizzarsi ogni volta che c'è una esposizione tossica o un abbassamento della capacità del braccio Th1 del sistema immunitario. Ovviamente è molto complicato nello specifico seguire l'evoluzione e i tempi di latenza di questo lento ammalarsi causato dai vaccini, ma nei due mesi successivi alle vaccinazioni c'è una depressione di Th1 che dà luogo all'inizio di molte malattie.

Ora questa è una cosa che è stata comunicata da uno studio sulle vaccinazioni animali organizzato dal Canine Health Concern. Con il permesso dell'autrice, Catherine O'Driscoll, ho messo su internet il prologo del libro. Leggerete la storia di una donna che si è dedicata con grande determinazione alla ricerca e dimostrazione dei danni subiti da vaccini dai suoi amici cani. "Shock al sistema!" è una straordinaria guida che, partendo dalla dolente questione dei danni da ipervaccinazione agli animali, si addentra nel sistema industriale, economico, medico e governativo che sta alla base dell’attuale modello di prevenzione e gestione della salute per cani, gatti e cavalli.

Il prologo di "Shock al sistema" 2011: http://fintatolleranza.blogspot.de/2012/12/lindustria-dei-vaccini-rappresenta.html

La letteratura scientifica dei danni da vaccino: http://www.meteorivierapicena.net/vaccini_razioniavverse.htm


fonte: youtube.com/user/mercuriocarretta


Il mio articolo continua qui con altri esempi, sperando che quelli che si devono annoiare mi perdonino e quelli che vogliono capire preventivamente siano più numerosi di quelli che si sono risvegliati alla realtà dei fatti per una tragedia.

Levine scriveva nel 1991 che fino ad alcuni anni prima il vaccino pertossico era stato ritenuto indispensabile per creare patologie autoimmuni in cavie, mentre ora l’intensità della stimolazione immunologica poteva essere modulata in un ampio range, a seconda della scelta e combinazione di adiuvanti, vaccini e altre sostanze inoculate.

Inoculando cuccioli sani con una serie di vaccini comunemente usati sui cani, poteva verificarsi la formazione di una serie di autoanticorpi, senza che nella media a livello clinico fosse ancora possibile osservare una patologia autoimmune (Shoenfeld, 2000). Ciò è stato verificato anche dallo studio Purdue (1999).

Attraverso l’iper-immunizzazione (cioè ripetendo le vaccinazioni varie volte) poteva essere indotta in topi o conigli la manifestazione clinica dell’autoimmunità della tiroide (Kaithamana, 1999) o dei muscoli, citoplasma, miocardio (Zablocki 1966). La rassegna della letteratura medica va avanti così: «l’uso di una vaccinazione XYW può essere moderatamente ma non consistentemente efficace nel produrre encefalomielite», oppure «l’uso di vaccino YY e ZZ insieme ..».

Se c’è una condizione patologica di fondo, questa è particolarmente suscettibile di peggioramenti dopo la vaccinazione. «Segnalazioni di diversi medici, tra cui un eminente reumatologo australiano, insistono che ai pazienti colpiti da artrite infiammatoria non dovrebbe essere somministrato il vaccino antinfluenzale a causa della sua potenzialità di aggravarne le condizioni» (Australian Doctor del 18 giugno 1993).

Secondo Tarkowski (1985) «la produzione di fattore reumatoide in seguito alla vaccinazione sull’uomo rappresenta un evento fisiologico che potrebbe essere scatenato da immuno-complessi IgG eredità della vaccinazione». Studi di follow-up su umani hanno dimostrato un aumento del fattore reumatoide (immunocomplessi) a seguito di vaccinazione col tossoide del tetano (Welch 1983, Levinson 1988). Nelle parole di Procaccia (1983), che ha monitorato il fattore reumatoide ed altri autoanticorpi in giovani militari di leva in seguito alla vaccinazione antitifo e antitetanica, «i risultati rivelano una risposta autoimmune subclinica, concomitante alla sensibilizzazione specifica derivante dalla vaccinazione» (Procaccia, 1983).

Kostinov (1991) riporta che un’elevata percentuale di bambini già atopici nel periodo post-vaccinale presentano un aumento dei livelli di IgE e concomitante aggravamento della propria malattia allergica (il 17.8% dei casi!). È evidente dai dati sull’essere umano che le vaccinazioni producono un aumento della tendenza alle allergie. Relativamente a 1265 bambini nati nel 1977, l’indagine di Kemp pubblicata su Epidemiology (1997) ha messo a confronto quelli vaccinati e quelli che non lo erano stati. Le conclusioni dello studio furono che coloro che non avevano ricevuto i vaccini DTP e polio non sviluppavano asma o malattie allergiche. Tra quelli vaccinati, invece, il 23,1% ha manifestato nel tempo (10 anni fu il lasso di tempo considerato) leggeri episodi asmatici, il 22,5% ha dovuto consultare il medico rispetto a crisi di asma e il 30,0% vi è ricorso invece per la comparsa di malattie di tipo allergico.

I vaccini per uso umano sono dosati in modo che, iniettati nella cavità addominale di giovani topi, l’osservatore per un certo periodo di tempo non registri notevoli perdite di peso del topo (!!). Questa la definizione di vaccino sicuro. Questo vaccino viene somministrato ugualmente a ragazzi o bimbi piccoli, a neonati nati prematuramente o agli altri, a neonati con familiarità per reazioni allergiche o anche neonati che hanno reagito non tanto bene a precedenti iniezioni.

Pat Bradley, veterinario a Conway, USA, dice: "I problemi più comuni che ho potuto verificare essere correlati direttamente ai vaccini sono patologie della pelle quali eruzioni croniche o prurito. Vedo anche problemi comportamentali come paura o aggressione. Spesso i padroni riportano che ciò inizia subito dopo la vaccinazione e che tali sintomi si inaspriscono dopo ogni vaccinazione".

L’assenza di patologie acute non significa atossicità: Weston Price dimostrava già nel 1920 che questi animali uscivano dalle inoculazioni di vaccini normali ma indeboliti, cioè meno resistenti di quelli non vaccinati agli eventi stressori successivi in età adulta. O con prole meno resistente: “Science et vie” segnalava, nel maggio 1960, che vaccinando le cavie con tutti i vaccini allora obbligatori, un biologo aveva provocato maggiori incidenze di leucemia nella loro discendenza.

In conclusione, gli intrugli dei vaccini, inoculati, sono un sistema per piegare prima un organismo alla malattia, che di solito arriva come una bomba ad orologeria davanti ad eventi nocivi della vita. Le suscettibilità degli individui per "slatentizzarsi", ovvero iniziare il tormentato percorso, ha bisogno di intrugli tossici o equivalenti! E diventano allora: encefaliti, epilessia, intolleranze alimentari, etc. etc..

L’iperattivazione immunitaria a seguito di iniezioni di vaccini spiega anche perché resoconti delle prime epidemie nazionali di raffreddore da fieno siano stati raccolti in Inghilterra (in concomitanza con le prime campagne di vaccinazioni). Il sospetto che la predisposizione alle allergie sia data dalle vaccinazioni coincide, sin nel minimo dettaglio, a tre livelli: temporale, geografico e sociologico. Nel 1907 Sticker poté dimostrare che la pollinosi nella popolazione rurale era piuttosto rara, ma al contrario molto più frequente nella popolazione cittadina e soprattutto nei ceti privilegiati. La malattia cioè si espandeva di più dove si vaccinava di più e non dove c’era la maggior parte del polline.

Scriveva Joquelin (1955) «L’ultima vaccinazione antivaiolosa ha provocato spinte evolutive indiscutibili in tubercolotici».


Secondo Fernand Delarue anche l’antipolio poteva essere additata quale causa di affezioni dell’apparato respiratorio e ne riportava le ipotesi di studio allora disponibili (Delarue 1979).

Il tedesco Petov (1930) dimostrò, usando dati statistici, una correlazione tra aumento di pollinosi e la seconda antivaiolosa che allora veniva effettuata a 12 anni.

Scienziati giapponesi (del Dipartimento di Pediatria dell’ospedale di Tokyo) hanno prodotto un’altra ricerca in cui dimostrano che la somministrazione di vaccini DTP (difterite-tetano-pertosse) provoca nella maggior parte degli inoculati una slatentizzazione (bomba ad orologeria patologica) di reazioni allergiche e asmatiche. Lo studio su 143 bambini residenti nell’isola di Kodushima, suddivisi tra chi aveva ricevuto l’inoculazione di un vaccino DTP e chi invece non l’aveva ricevuto, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Aerugi nel luglio del 2000. Tra i non vaccinati la percentuale di bambini che hanno in seguito sviluppato asma è stata del 2,3% e ossia significativamente inferiore alla percentuale invece di sintomi asmatici manifestatisi tra i vaccinati che è arrivata al 26,5%.

Anche per quanto riguarda la dermatite atopica si sono avuti significative differenze tra i due gruppi in quanto a tassi di incidenza. Tra i non vaccinati si è avuta dermatite atopica nel 2,3% dei casi mentre tra i vaccinati nel 18% degli stessi. La conclusione dello studio stabilisce che il vaccino DTP induce disordini atopici (anche riniti) e quindi l’insorgere o l’aggravarsi di allergie (Yoneyama 2000).

Uno studio del 1997 ha confrontato un gruppo di bambini vaccinati (difterite-tetano-pertosse + polio) con un gruppo di bambini non vaccinati: mentre i non vaccinati non avevano avuto episodi di asma, il 23,1% dei bambini vaccinati avevano sofferto di asma ed il 30% di altre patologie allergiche (Kemp, 1997). Lo stesso risulta da uno studio della durata di 10 anni del dr Julian Hopkin, su 2000 bambini.

Inoltre, secondo lo svizzero Muhlemann (1996), la vaccinazione neonatale Emophilus (Hib) fa aumentare i casi di asma ed allergie nei bambini vaccinati. Asma bronchiale e altre sindromi allergiche postvaccinazioni sono segnalate da Reizis (1987) e Goldman (1966).

Il contenuto tossico, allergizzante e immuno-tossico delle vaccinazioni non è irrilevante. La “Previdenza Malattia” della Loira Atlantica, che aveva pensato di allargare il privilegio della vaccinazione gratuita ad alcune fasce di popolazione anziana, PERCHÉ poi cambiò idea dopo la fase I, dopo aver ricevuto i risultati che riguardavano 43.000 assicurati sessantenni? Si constatò che nel periodo dopo la vaccinazione queste persone costavano più care che mai alla Sanità (fonti: “Libération” dell’ 11 ott. 1994, “L’Impazient” del giugno 1996). Per cui, davanti a dati netti, la logica e la tasca fecero loro cancellare il programma.

Una conferma di effetti nefasti sui grandi numeri ci viene dal prof. Hugh Fudenberg, leader mondiale in immunogenetica, che ci dice che, se un anziano aveva avuto cinque vaccinazione influenzali tra il 1970 e il 1980, le sue probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer erano 10 volte superiori rispetto al caso che egli avesse avuto una, due o nessuna vaccinazione antiinfluenzale.

Ovviamente i danni acuti si osservano con maggiore frequenza a dosi maggiori e ripetute, o quando l’organismo parte già indebolito. Conigli ipervaccinati sviluppavano autoanticorpi con affinità per diversi tessuti (muscoli, citoplasma e miocardico) e proteine esogene (Onica 1977). La stessa cosa era stata dimostrata per i polli iper-vaccinati (Luster, 1976).



Io sono qui per rivelare l'essere, per renderti consapevole. Non ti darò alcun sapere, ma conoscenza: questa è una dimensione totalmente diversa.


giovedì 6 dicembre 2012

Fruotolo e Bannoli felici e curiosi

Ripropongo queste due ricette DOLCI con cui partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli.

Riposto qua sotto tutto il post originale senza modifiche e integrazioni, mi scuso per la pigrizia.

A dire il vero gli ingredienti per partecipare al contest ci sono al pelo, però ci sono: noci, cacao e cioccolato. Il malto non c'è ma ho utilizzato il succo d'agave (che secondo me è anche meglio).

Buon divertimento con la pasta di banana! ;)
 
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Signore e signori, bambine e bambini, giovanotte e giovanotti, questo non è un dolce crudista di ripiego. Questo è un dolce a tutti gli effetti che può competere e anche vincere (dipende sempre dai gusti poi) con i dolci tradizionali. Non l'avrei mai detto, non era questa l'intenzione né l'ambizione quando ho partorito Fruotolo, pensavo di fare qualcosa di mangiabile, abbastanza gustoso per poterlo portare da amici se invitato. E infatti è nato proprio così, dopo un veloce test di una versione prototipo non troppo convincente (si stava nascondendo il furbone per non svelare le sue vere potenzialità!), il giorno stesso che sono stato invitato da amici ho dato vita a questa creatura. E a tavola poi, anche se le nostre pance erano già belle piene, siamo rimasti folgorati da Lui.

Dopo aver detto tutte queste cavolate per suonarmela e cantarmela (anche se il merito della bontà del Fruotolo è del Fruotolo stesso, è giusto ricordarlo!)... rimando ad altro post la descrizione della sua implementazione... scherzo! :D
Non potrei farvi uno sgarro del genere. Ve lo presento punto e basta.

Cari tutti..... ecco a voi..... Fruotolo!


La base di questo dolce è la pasta di banana che ho implementato (scusate la parola molto informatica) proprio per fare un dolce. Poi il destino ha voluto che automodellandosi a sua stessa immagine e somiglianza (anche se non esisteva ancora) si è plasmato come un rotolo di frutta. Da cui Fruotolo.

La forma della pasta di banana era un rettangolo di circa 20 cm x 15 cm di lati, forse qualcosa di più ma non ci giurerei.

Quindi una volta pronta la pasta di banana è necessario fare il ripieno, i cui ingredienti sono:
  • polpa di mela
  • succo di mela e anche un po' di succo di ananas
  • uvetta ammollata in acqua una decina di minuti o più 
  • 3 datteri senza pelle (facoltativi)
  • succo d'agave
  • qualche noce a pezzettini
  • cannella
  • cacao in polvere

La polpa di mela, il succo di mela e il succo d'ananas derivano dalla estrazione con il mitico Impavido (HU100 della Hurom) dei rispettivi frutti. Alla mela conviene togliere la buccia (prima dell'estrazione del succo ovviamente). Quindi possiamo mischiare tutti gli ingredienti in una terrina, tranne i succhi e il cacao, con una forchetta o un cucchiaio. Aggiungere quindi i succhi solo nelle quantità opportune per far rinvenire un po' la polpa di mela se dovesse essere troppo asciutta.
Assaggiate questo impasto aggiustandolo ancora di cannella, succo d'agave o datteri se è povero di sapore o di dolcezza.

Stendere quindi la pasta di banana e metterci sopra uno strato di circa mezzo centimetro o qualcosa più dell'impasto. Da un lato non arrivate proprio alla fine con l'impasto, fermatevi 1 o 2 centimetri prima. Prendete quindi l'altro lato della pasta di banana, quella con l'impasto fino alla fine, e iniziate ad arrotolare su se stesso. Una volta arrotolato tutto spolveratelo con il cacao in polvere da cima a fondo e bon appétit! Magari lasciarlo prima un po' in frigorifero se desiderate.

Cheddire, il sapore di questo semplice rotolo fruttariano è stato una sorpresa sia per me che per i miei amici, ce lo siamo strafugati nel gargarozzo! Veramente ottimo!

Si possono ovviamente fare tutte le modifiche che si vogliono. Con questi ingredienti assomiglia al sapore dello Strudel, ma si può provare per esempio anche con un ripieno di vegrino (grazie Rava!), poco o per niente salato in questo caso, e pezzi di cioccolato. Cosa che ho sperimentato in un'altra occasione cercando di simulare i cannoli siciliani, soprannominati Bannoli, per via della pasta di banana. Di seguito il risultato.





Durante la preparazione della pasta di banana per i 4 Bannoli.....




e durante la preparazione del ripieno di vegrino (grazie ancora a Rava!).








Et voilà!



E anche questi si sono auto sparati nel gargarozzo, stupendi!

Sperimentate gente, sperimentate anche voi con la pasta di banana! ;)




martedì 4 dicembre 2012

Polpette di cavolfiore crudo

Torno a scrivere di ricette e sRicette con queste polpette di cavolfiore crudo. Ultimamente questa Brassica oleracea botrytis la mangio molto spesso, oserei dire quasi tutti i giorni, principalmente cruda in insalata sminuzzata con carote, pomodori secchi sott'olio, insalata verde, limone o altre verdure.
Una ricetta particolarmente buona che si può fare con il cavolfiore crudo sminuzzato fine è il cous cous crudista, col quale ci si può sbizzarrire inventando nuove composizioni ogni giorno. Un'altra ricetta che vorrei provare è il cous cous di cavolfiore crudo con verdure cotte in padella tipo caponata. Trovo che l'abbinamento curdo e cotto nei cibi sia particolarmente sfizioso.

Ma bando alle ciance! Gli ingredienti per queste polpette sono:
  • cavolfiore (3-4 fiori di media grandezza)
  • noci dell'amazzonia (una decina)
  • mandorle (una ventina)
  • aglio (dipende da quanto piace)
  • pepe nero in polvere
  • peperoncino in polvere
  • curry

Con un mixer sminuzzare il cavolfiore fino a renderlo abbastanza fine (tipo cous cous appunto) e metterlo in una marmitta da insalata. Con un macinino da caffé macinare le noci e le mandorle e mettere il composto ottenuto nella marmitta insieme al cous cous di cavolfiore. Tritare uno o due spicchi d'aglio nella marmitta e mescolare il tutto.

A questo punto il composto è pronto (un altro giorno investirò un po' più di tempo e proverò a essiccarlo un po'). Per regolarne la pastosità tenere conto che:
  • il cavolfiore più è sminuzzato fine, e più lega
  • le noci sono grasse e non mi sembra che riescano a legare benissimo col cavolfiore
  • le mandorle sono più secche e la farina che ne risulta può aiutare a legare gli altri due ingredienti


Ora si può condire come meglio si crede il composto e farne delle polpette. Io ho usato del pepe nero in polvere per una polpetta, del peperoncino per un'altra e del curry per l'ultima. Ne è risultato questo splendido piatto da nouvelle cuisine da far impallidire chiunque abbia un minimo di fame, e che giustamente potrebbe esclamare "echemmenefacciodi3polpettine?!".
Ragazzi tranquilli, l'experimento è un experimento e come tale non voleva testare la quantità ma la qualità (nemmeno questa in realtà....).


Di fatto poi preso dalla fame serale il restante composto l'ho condito e mangiato così com'era nella ciotola perché non avrei potuto aspettare che il sottoscritto finisse di fare le polpette per il sottoscritto. A tutto c'è un limite!


Ma non finisce qui!
È assolutamente necessario che Qualcuno intervenga a mettere mani a questa ricetta e a farne qualcosa di molto più professionale. Mi vengono giusto in mente un paio di nomi, vediamo quali orecchie fischieranno ;)

Altre ricette a base di cavolfiore qui.

Ok ok... mi sono fatto convincere dalla Rava a partecipare ad un contest di cucina, quindi recito la formula:

Con questa ricetta SALATA partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli.



Quanto più Cibo passa nell'inTestino, tanti più Pensieri nascono nella Mente.
EpiNeo


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