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venerdì 28 luglio 2017

Era meglio Berlusconi

(Testo e musica di Giuseppe Povia, album: "Nuovo Controordine Mondiale")

Eh si, era così
mi sono ritrovato al bar
insieme a tanta gender
a fare le famose chiacchiere da bar
mi sono sentito diversamente intelligender

E chi diceva voto Grillo
e chi diceva vado a squillo
noi siamo i meglio in Italy
diceva uno del PD

E chi diceva voto Lega
trincando il suo liquore Strega
tra vini e birre parlavamo di politica

E chi diceva porca vacca, siamo proprio nella cacca
'sti governi pirotecnici ci hanno rovinati

E tra i partiti e le partite
complotti e superenalotti
Ronaldo, Messi, figa e il gruppo Bilderberg

E poi c'era quel vecchietto di 80 anni
un convinto comunista
con la falce ed un martello
Che Guevara sul cappello
stalinista, lenilista e marxista nel cervello
mi ha tirato anche una spinta
e con tutta la sua grinta, mi ha detto
Povia, oh! Povia, oh! Povia, oh!

Me so rotto li cojoni e dico che
era meglio Berlusconi
compagno cosa dici?
Era meglio Berlusconi
ma così ti fai nemici
era meglio Berlusco-no-no-no-no non dirlo
no-no-no-no dai, non dirlo mai
perché?
Le famose chiacchiere da bar

Interveniva il 5 Stelle
denunciando questi e quelle
abbiam bisogno di onestà
trallalleru trallalla

Diceva uno della Lega
son preoccupato un pochettino
sta nascendo anche il partito clandestino

E poi c'era quel vecchietto di 80 anni
un convinto comunista
con la falce ed un martello
Che Guevara sul cappello
stalinista, lenilista e marxista nel cervello
mi ha tirato anche una spinta
e con tutta la sua grinta, mi ha detto
Povia, oh! Povia, oh! Povia, oh!

Me so rotto li cojoni e dico che
era meglio Berlusconi
compagno cosa dici?
Era meglio Berlusconi
ma così ti fai nemici
era meglio Berlusco-no-no-no-no non dirlo
no-no-no-no dai, non dirlo mai
perché?
Le famose chiacchiere da bar



fonte: youtube.com/user/giuseppepovia

mercoledì 26 luglio 2017

Le infezioni virali sono influenzate dal pH

(fonte: http://drsircus.com/general/viral-spread-ph-sensitive/, traduzione mia)


Filamenti del virus di Marburg lunghi 790 nm e del virus Ebola (http://viralzone.expasy.org/all_by_species/23.html) lunghi 970 nm. Il diametro è di circa 80nm.

Secondo i medici del Broad Institute of MIT (https://www.broadinstitute.org/news/6017) e della Harvard University, il virus Ebola sta diventando sempre più difficile da affrontare perché la sua mutazione è così rapida da rendere inefficaci i trattamenti e i vaccini. Gli scienziati americani indicano che i primi pazienti diagnosticati con il virus in Sierra Leone hanno rivelato più di 300 modifiche genetiche.

Le terapie tradizionali per Ebola non funzionano adeguatamente, quindi è necessario utilizzare trattamenti alternativi per bloccare il virus a prescindere da quale sia la sua sequenza genica mutata. Bombardare Ebola con onde alcaline funziona, in quanto molti, se non la maggior parte, dei virus richiedono un ambiente lievemente acido per infettare la cellula e per funzionare con la massima infettività.

I virus sono forme di vita parassitarie estremamente piccole, le più piccole forme viventi sulla Terra. In sostanza, un virus è un minuscolo contenitore di proteine contenente materiale genetico. Sebbene i virus possano rimanere dormienti al di fuori di un corpo vivo, essi diventano attivi solo quando sono in contatto con il tessuto vivo. Una volta che un virus infetta una cellula penetrando nella membrana cellulare, può nascondersi (infezione lizogena) o cominciare a riprodursi (infezione litica, il caso più comune). Quando una cellula diventa piena di virus, scoppia, rilasciando il virus per infettare altre cellule ospitanti.

Alcuni virus (compresi i rhinovirus e coronavirus, i responsabili più comuni del raffreddore e dell'influenza) infettano le cellule ospitanti mediante fusione con membrane cellulari a basso pH. Quindi sono classificati come “virus dipendenti dal pH”.

La fusione delle membrane virali e cellulari è dipendente dal pH. “La membrana plasmatica delle cellule eucariote serve come barriera contro invasori di parassiti e virus. Per infettare una cellula, i virus devono essere in grado di trasportare il loro genoma e le proteine accessorie nella cella ospite, superando o modificando la membrana plasmatica. L'ingresso nelle cellule ospite comporta sempre che si instauri una fusione di membrana per i virus inviluppati. Altri virus inviluppati come ortomixovirus, alfavirus o rhabdovirus entrano nelle cellule attraverso il processo di endocitosi, la cui fusione dipende dall'acidificazione della vescicola endocitica (http://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0100-879X2005000600002). La fusione a livello endosomico è innescato da modificazioni conformazionali delle glicoproteine virali indotte dal basso pH di questo comparto cellulare.” [1]

Nella biologia della membrana, la fusione è il processo attraverso il quale due separatori lipidici inizialmente distinti uniscono i loro nuclei idrofobici, generando una struttura interconnessa. Questa trasformazione avviene in un range di pH abbastanza stretto, corrispondente al pH ottimale di fusione, in cui la proteina acquista la capacità di interagire con micelle detergenti e vescicole lipidiche. Questa interazione conduce all'inserimento del peptide di fusione nella membrana, dove si forma un poro. È stato ipotizzato che il virus dell'epatite C (HCV) (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16356932) infetti le cellule ospiti attraverso un meccanismo di questo tipo ma solo in un ambiente a basso pH, e più specificatamente con un valore soglia di 6,3 e uno ottimale di circa 5,5. [2]

Quando il pH scende al di sotto di 6 si verifica una rapida fusione (http://www.pnas.org/content/77/6/3273.full.pdf) tra le membrane dei virus e i liposomi, all'interno dei quali si trasferiranno dei nucleocapsidi virali. I virioni Ebola entrano nelle cellule endoteliali tramite macropinocitosi. Dopo la loro formazione, i macropinosomi si spostano ulteriormente nel citoplasma per acquisire nuovi marcatori o fondersi con altre vescicole del processo di endocitosi standard. Questo trasferisce infine i virioni di Ebola in compartimenti più acidi, come endosomi precoci e tardivi, che contribuiscono alla fusione pH-dipendente delle membrane virali e cellulari (https://microbewiki.kenyon.edu/index.php/Infection_Mechanism_of_Genus_Ebolavirus). [3] Durante questo processo la cellula si stacca dai suoi vicini e perde il contatto con la sua membrana basale grazie a un meccanismo di occlusione sterica mediata da polisaccaridi mediante GP. [4] Iniziano quindi a crearsi nuove particelle partendo da aggregati lipidici, lasciando un sistema vascolare destabilizzato responsabile della perdita di sangue massiccia caratteristica dei pazienti di Ebola. [5]

Innesto di poliovirus mediante esposizione a cellule a basso pH

Nel caso di un certo numero di virus inviluppati e di tossine difteriche, le vescicole acide possono essere bypassate se le cellule, con virus o con tossine legate alla superficie, sono esposte a basso pH. In queste condizioni l'ingresso avviene, apparentemente, direttamente dalla superficie cellulare. L'indagine scientifica indica che per l'ingresso del poliovirus è necessario un basso pH. La capacità delle cellule di alterare il poliovirus in presenza di monensina è marcatamente aumentata in presenza di basso pH. Il principale risultato di uno studio è che un ceppo di poliovirus di tipo 1 richiede un basso pH per l'iniezione del suo genoma nel citosol (http://jcb.rupress.org/content/98/4/1194.full.pdf). [6]

L'infettività del coronavirus è squisitamente sensibile al pH. Ad esempio, il ceppo MHV-A59 del coronavirus è abbastanza stabile a pH 6,0 (acido) ma diventa rapidamente e irreversibilmente inattivato con un breve trattamento a pH 8,0 (alcalino). Il ceppo 229E del coronavirus umano è al massimo della sua capacità infettiva a pH 6,0. L'infezione di cellule da coronavirus A59 murino in ambiente a pH 6,0 (acido) rispetto che a pH 7,0 (neutrale) produce un aumento di dieci volte l'infettività del virus.

Il pH extracellulare acido attiva enzimi lisosomiali (http://www.cancerci.com/content/13/1/89) i quali hanno la caratteristica di funzionare con un pH acido. [7] L'ipossia e l'acidità extracellulare, pur essendo indipendenti l'uno dall'altro, sono profondamente associati al microambiente cellulare e alla diffusione del cancro. Il pH intracellulare (https://www.lifetechnologies.com/br/en/home/life-science/cell-analysis/cell-viability-and-regulation/ion-indicators/ph-indicators.html) è generalmente compreso tra 6,8 e 7,4 nel citosolo, e tra 4,5 e 6,0 negli organismi acidi della cellula. A differenza delle concentrazioni di Ca2+ libero intracellulare, che possono cambiare rapidamente anche 100 volte, il pH all'interno di una cellula varia solo di frazioni di pH e tali modifiche possono verificarsi abbastanza lentamente.

L'inibizione della replicazione del virus della stomatite vescicolare (VSV) nelle cellule LB mediante interferone (IFN) è influenzata dal pH. Utilizzando indicatori intracellulari sensibili al pH (pHi), i ricercatori hanno scoperto che il trattamento IFN ha aumentato significativamente il pHi. L'aumento del pHi è correlato con un aumento dell'attività antivirale di IFN mediante ammine primarie. Questi risultati hanno indicato che l'aumento indotto da IFN di pHi può essere responsabile dell'accumulo di G nel TGN, producendo così particelle di virus carenti di G con infettività ridotta (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1654374). [8]

È il basso pH all'interno degli endosomi (pH 5-6), mantenuto da pompe protone all'interno della membrana endosomale, che innesca la reazione di fusione tra la busta virale e la membrana endosomale. Questo è un passo fondamentale nel meccanismo di infezione virale. A basso pH è stato indotto un importante cambiamento conformazionale nel picco di proteine HA.

Una volta che il legame ha avuto luogo, il virus dell'influenza entra nella cellula ospite mediante endocitosi. L'intrusione del virus dell'influenza non è un processo semplice e può essere altamente dipendente dal tipo di cellule. È stato dimostrato che i virus sono entrati nelle cellule sia per endocitosi Clathrin-dipendente che Clathrin-indipendente, e così pure per la macropinocitosi. Gli ambienti acidi dell'endosoma innescano cambiamenti conformazionali in HA che espongono il peptide di fusione, consentendo la fusione endosomale virale. [9] L'esposizione a basso pH endosomale inoltre è necessaria affinché la matrice virale (M1) rilasci le singole ribonucleoproteine virali (vRNPs).

Così come funzionano le infezioni virali funziona pure il cancro. Il pH esterno dei tumori solidi è acido come conseguenza di un aumento del metabolismo del glucosio e di una scarsa perfusione. È stato dimostrato che il pH acido stimola l'invasione e la metastasi delle cellule tumorali (http://www.czlonkamediagroup.com/files/bicarbonate-increases-tumor-ph-and-inhibits-metastases.pdf) in vitro, e nelle cellule prima della fine dell'iniezione in vena dal vivo. [10]

I farmaci che aumentano il pH intracellulare (alcalinità all'interno della cellula) hanno dimostrato di diminuire l'infettività dei virus dipendenti dal pH. Tuttavia i prodotti farmaceutici che lo fanno possono provocare effetti collaterali negativi. Il bicarbonato di sodio è il modo migliore per aumentare il pH nelle condizioni di emergenza clinica, ed è conosciuto da quando si verificò la pandemia di influenza spagnola nel 1918, caso in cui fu utilizzato per salvare vite umane.

Il valore dimostrato di “Arm & Hammer Pure Bicarbonate of Soda“ (http://drsircus.com/medicine/sodium-bicarbonate-baking-soda/baking-soda-friend-need-arm-hammer) come agente terapeutico (guarigione) è ulteriormente evidenziato dalla seguente testimonianza volontaria di Edward R. Hays, MD, nella sua lettera alla Church & Dwight Company:

Nel 1918 e nel 1919 durante la lotta contro l'influenza del servizio di salute pubblica US, fu portato alla mia attenzione che raramente contrasse la malattia chi fù accuratamente alcalinizzato con bicarbonato di sodio, e coloro che l'hanno contratta, invariabilmente hanno avuto attacchi lievi. Da allora ho trattato tutti i casi di raffreddore, influenza e influenza spagnola [ndt, originale: "LaGripe"], prescrivendo innanzitutto generose dosi di bicarbonato di sodio, e in molti e molti casi entro 36 ore i sintomi furono completamente abbattuti.

Inoltre, all'interno della mia famiglia, prima dei Women's Clubs e delle associazioni dei genitori-insegnanti, ho sostenuto l'uso di bicarbonato di sodio come prevenzione per i raffreddori, con il risultato che le molte testimonianze in arrivo affermano che coloro i quali hanno preso il bicarbonato di sodio non sono stati colpiti, mentre quasi tutti intorno a loro avevano l'influenza.

Oltre a fare del bene nelle affezioni respiratorie, il bicarbonato di sodio è di valore inestimabile nel trattamento di intossicazione alimentare, pielite (infiammazione del bacino), iperacidità delle urine, disturbi da acido urico, reumatismi e ustioni. Una depurazione occasionale di tre giorni mediante bicarbonato di sodio aumenta il potere di resistenza del corpo a tutte le malattie infettive.

Il dottor Volney S. Cheney [11] ha riferito che "diversi casi di raffreddori di varia severità sono stati attentamente studiati in laboratorio. Si è osservata la misura dell'acidità dell'urina; la CO2, che unisce il potere del sangue come indicatore della riserva alcalina; sono stati effettuati anche test per determinare il contenuto di calcio nel sangue; il contenuto di zucchero; l'azoto non proteico e il metabolismo basale. L'urina ha sempre riportato un grado di acidità più elevato rispetto al normale - in alcuni casi fino a 800 (normale 350); il potere di combinazione di CO2 del sangue è stato basso in tutti i casi, il più alto è stato 52%; il tenore di zucchero del sangue è generalmente diminuito (inferiore a 100 mg per 100 cc); il tasso metabolico è stato sempre nella zona inferiore. (Questi casi sono stati accuratamente selezionati per via della loro totale mancanza di sintomi di disturbi della tiroide.) Si evidenzia un cambiamento nella chimica del sangue e, di conseguenza, ci deve essere una variazione nei tessuti riforniti dal sangue. È stata riscontrata una diminuzione dei bicarbonati o delle basi di riserva contenute nel plasma del sangue e nei tessuti. Questi risultati sembrano indicare che un freddo è un disturbo dell'equilibrio alcalino o di una riserva, in altre parole, un'acidosi lieve, o in altre parole, una riduzione dell'azione "tampone" del plasma sanguigno mediante la diminuzione del contenuto di bicarbonato."

Il bicarbonato di sodio è una medicina importante perché fornisce più anidride carbonica al corpo, e soprattutto al sangue, sotto forma di bicarbonati. Il bicarbonato nel sangue è facilmente trasformato in anidride carbonica (CO2) e il processo contrario risulta vero nelle reazioni biochimiche che si verificano quasi alla velocità della luce. In sostanza, ciò che accade quando si prende bicarbonato di sodio per via orale è che si trasforma in CO2 nello stomaco consentendo la liberazione di bicarbonati nel sangue, e una miglior distribuzione di sangue e ossigeno alle cellule.

Dopo aver eseguito i suoi esperimenti, il dottor Cheney ha riferito: "Sono stato in grado di indurre tutti i sintomi di un raffreddore, in varia misura da una semplice corizza a quelli della grippe e poi all'influenza, con l'induzione di un'acidosi artificiale attraverso la somministrazione di cloruri di ammonio e calcio. Il grado di gravità dei sintomi era in rapporto diretto con il grado di acidosi indotta. Nel più grave grado di acidosi, tutti i sintomi classici dell'influenza erano presenti, inclusa anche un po' di febbre. I sintomi si sono ridotti rapidamente alla somministrazione di bicarbonato di sodio in grandi dosi per via orale e rettale.

Il bicarbonato di sodio è uno dei medicinali più flessibili in termini di metodi e modalità di somministrazione. Può essere iniettato in situazioni di pronto soccorso, somministrato per via orale, nebulizzato, utilizzato per via transdermale come lozione o pasta, messo in clisteri e in grandi quantità in bagni terapeutici. Per l'utilizzo orale è sufficiente scioglierlo in acqua, oppure, per trattare il cancro, può anche essere mescolato con melassa nera, sciroppo d'acero o un buon miele. Mescolarlo invece con limone o acido citrico per l'utilizzo in vasca o quando si fanno le ”bombe da bagno” (http://drsircus.com/medicine/co2-medicine-bath-bombing-your-way-to-health).

Non vi è dubbio che le concentrazioni di bicarbonato nel plasma aumentino dopo l'ingestione orale. L'effetto più importante dell'ingestione di bicarbonato è il cambiamento nell'equilibrio acido-base nei fluidi biologici. In Europa, i frequentatori di SPA bevono acqua ricca di bicarbonato per curare ulcere, coliti e altri disturbi gastrici. L'ingestione di bicarbonato mediante il bagno, per assorbimento, stimola la circolazione, con possibili effetti benefici per l'alta pressione sanguigna e una moderata aterosclerosi. Sarebbe estremamente negligente escluderlo dai trattamenti Ebola.

L'aumento di diossido di carbonio e bicarbonati porta ad un aumento dell'ossigeno

Il fattore più importante nel mantenimento di un corretto pH è il livello di ossigeno, in quanto nessuna tossina e nessuna scoria può lasciare il corpo senza prima combinarsi con l'ossigeno. Più il tuo corpo è alcalino, e più i tuoi fluidi possono contenere e conservare ossigeno. Inoltre l'ossigeno tampona e ossida gli acidi di scarto metabolico aiutando a mantenere il tuo corpo più alcalino. "Il segreto della vita è sia nutrire le cellule, sia fare in modo che si possano liberare dai loro rifiuti e dalle loro tossine", secondo il dottor Alexis Carrell, premio Nobel nel 1912. Il dottor Otto Warburg, anch'egli premio Nobel, nel 1931 e nel 1944, disse: "Se il nostro ambiente interno viene convertito da ambiente acido e privo di ossigeno ad ambiente alcalino e pieno di ossigeno, virus, batteri e funghi non possono vivere".

La posizione della curva di disassociazione dell'ossigeno (ODC) è influenzata direttamente dal pH, dalla temperatura corporea e dalla pressione del biossido di carbonio. Secondo Warburg, sono le grosse quantità di cancerogeni, tossine e inquinamento la causa dell'incapacità delle cellule di assorbire efficacemente ossigeno. Ciò è connesso con l'eccessiva acidità, che in sé è creata principalmente in condizioni di scarso ossigeno.

Secondo Annelie Pompe, alpinista di rilievo e campionessa del mondo di tuffo libero, i tessuti alcalini possono contenere fino a 20 volte più ossigeno di quelli acidi. Quando le cellule e i tessuti del nostro corpo sono acidi (al di sotto del pH di 6,5-7,0) perdono la loro capacità di scambiare ossigeno, condizione ideale per le cellule tumorali.

Nota: questo non è l'unico modo per affrontare i virus e in particolare Ebola. È necessario sostenere il sistema immunitario (http://drsircus.com/medicine/immune-system-cures-ebola-fifth-percent-of-the-time) mediante diversi rimedi naturali (http://drsircus.com/medicine/ebola-saving-lives-natural-allopathic-medicine) e rifornendo il corpo di vitamina C più velocemente di quanto Ebola ne consumi, per evitare l'insorgenza di scorbuto e gravi emorragie. Un'altro importante e intelligente metodo di trattamento è la somministrazione di consistenti dosi di glutatione e selenio (http://drsircus.com/medicine/glutathione-selenium-viral-infections), terapia non considerata dalla medicina occidentale che preferisce lamentarsi asserendo che non esiste alcuna cura per il virus Ebola.

Il mio libro “Sodium Bicarbonate” è disponibile in forma cartacea e in eBook.

Bibliografia

[1] Viral membrane fusion: is glycoprotein G of rhabdoviruses a representative of a new class of viral fusion proteins? Braz J Med Biol Res ;vol.38 no.6; Ribeirão Preto June 2005; http://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0100-879X2005000600002

[2] Hepatitis C virus glycoproteins mediate low pH-dependent membrane fusion with liposomes; Lavillette D et al; J Biol Chem. 2006 Feb 17;281(7):3909-17. Epub 2005 Dec 15; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16356932

[3] Saeed, M.F., Kolokoltsov, A.A., Albrecht, T. & Davey, R.A. (2010). Cellular Entry of Ebola Virus Involves Uptake by a Macropinocytosis-Like Mechanism and Subsequent Trafficking through Early and Late Endosomes. PLOS Pathogens, 6(9).

[4] Francica, J.R., Varela-Rohena, A., Medvec, A., Plesa, G., Riley, J.L. & Bates, P. (2010). Steric Shielding of Surface Epitopes and Impaired Immune Recognition Induced by the Ebola Virus Glycoprotein. PLOS Pathogens, 6(9), e1001098.

[5] Bavari, S., Bosio, C.M., Wiegand, E., Ruthel, G., Will, A.B., Geisbert, T.W., Hevey, M., Schmaljohn, C., Schmaljohn, A. & Aman, M.J. (2002). Lipid Raft Microdomains: A Gateway for Compartmentalized Trafficking of Ebola and Marburg Viruses. The Journal of Experimental Medicine, 195(5), 593-602

[6] Mechanism of Entry into the Cytosol of Poliovirus Type 1 : Requirement for Low pH’ INGER HELENE MADSHUS et al; Published April 1, 1984; http://jcb.rupress.org/content/98/4/1194.full.pdf

[7] Acidic extracellular microenvironment and cancer; Yasumasa Kato; Cancer Cell International;2013, 13:89;doi:10.1186/1475-2867-13-89; http://www.cancerci.com/content/13/1/89

[8] Primary amines enhance the antiviral activity of interferon against a membrane virus: role of intracellular pH; Maheshwari RK et al; J Gen Virol.; 1991 Sep;72 ( Pt 9):2143-52. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1654374

[9] Viruses 2012, 4, 1144-1168; doi:10.3390/v4071144

[10] Bicarbonate Increases Tumor pH and Inhibits Spontaneous Metastases; Ian F. Robey,1; Cancer Res 2009; 69: (6). March 15, 2009; http://www.czlonkamediagroup.com/files/bicarbonate-increases-tumor-ph-and-inhibits-metastases.pdf

[11] “The Common Cold” Etiology, Prevention and Treatment*
VOLNEY S. CHENEY, M. D., FELLOW A. P. H. A.
Medical Director, Armour and Co., Chicago,Ill. http://ajph.aphapublications.org/cgi/reprint/18/1/15.pdf


domenica 18 giugno 2017

Vaccini: quello che nessuno vuole o può dire


Articolo del 26 giugno 2010 di Aldo Ferrara Massari, docente di medicina all'Università di Siena.

Alcuni lettori chiedono se sia opportuna una politica delle vaccinazioni. Io rispondo: dipende quali ed in qual modo si fanno. Con l’acqua ed i vaccini, abbiamo eradicato nel Terzo Mondo gran parte delle malattie infettive che hanno seminato morti infantili. Vero! Ma se le condizioni locali obbligano alle vaccinazioni di massa, in Italia questo problema non c’è. Piuttosto bisogna verificare se alcune vaccinazioni d’obbligo, quelle per il morbillo e la rosolia, non siano più portatrici di rischio rispetto le loro stesse malattie che noi tutti, della generazioni post-bellica, abbiamo superato perfettamente. Io ho contratto il morbillo a 7 anni, la parotite a 9 eppure ho avuto tre figli, ho dribblato le malattie infantili senza vaccini e sono qui che scrivo. Purtroppo, dirà qualcuno!
Il vero problema è che: a) le indicazioni al vaccino non le dà il Medico Curante ma il TG con i bombardamenti mediatici di massa. L’altro problema (b) è che il medico curante trascura, quando chiamato, se chiamato e soprattutto se ci va, di chiedere al paziente, alla mamma del piccolo vaccinando o a chi deve eseguire il vaccino, se ha avuto pregresse patologie virali nei 25 giorni antecedenti, se ha avuto febbre di qualsivoglia natura (dall’influenza al granuloma dentario) o se ha preso farmaci immunosoppressori come il cortisone.
Il terzo problema (c) è l’autocura: si va dal farmacista e si chiede il vaccino e quello te lo dà senza prescrizione. Io chiesi all’ex Ministro Sirchia di diramare una Circolare Ministeriale (diramata devo dire) per obbligare il farmacista al rispetto delle ricetta. Il quarto problema (d) è che le pressioni dell’Industria sono così invadenti e virulente ( è il caso) da imporre agli Organi Ministeriali campagne devastanti come quelle della Febbre Suina. Conclusione di questa: abbiamo speso 200 milioni in comunicazione pubblicitaria (web, Tv, Radio e cartacea) del tutto inutile e 400 milioni per 24.000.000 di dosi vaccinali di cui sono state utilizzate solo 700.000 unità. E le restanti 23.700.000? Tutta Roba da Terzo Mondo dove sarà indirizzata. Ottimo, aiutiamo l’Africa ma almeno ditecelo!

LE SINDROMI DA SQUILIBRIO IMMUNITARIO POST VACCINALE

La trattazione sullo squilibrio immunitario da Vaccino è specifica e tediosa e ve la risparmio, però si sappia che il vaccino è un farmaco è non indenne da effetti indesiderati. Le interferenze che ogni vaccinazione determina al livello immunitario obbliga ad una condotta sanitaria di analisi clinica anziché di inclusione ubiquitaria. Ciò vuol dire che per ogni vaccinazione è d’obbligo la valutazione clinica del soggetto, caso per caso e non la indiscriminata distribuzione longitudinale del prodotto vaccinico, qual’esso sia.
Il sistema immunitario ha due funzioni separate e in equilibrio tra di loro, T1 e T2. Con T1 è indicata l’immunità cellulare, primaria difesa contro funghi, virus e protozoi; con T2 è indicata l’immunità sierologica (IgE, IgM, IgG), che produce anticorpi specifici. T1 è il processo di eliminazione diretti degli agenti aggressori.T2 rappresenta l’immunità funzionale ed il riconoscimento immunologico. Alla base di ogni problema immunologico c’è uno squilibrio tra le funzioni T1 e T2.
Un vaccino diminuisce l’immunità mediata da linfociti (T1) del 50%, due vaccini insieme del 70%. Ormai sono una norma 3 vaccini nella stessa iniezione, il tutto ripetuto in tre dosi successive a distanza di qualche mese. I vaccini riducono il numero di globuli bianchi, la vitalità dei linfociti, la segmentazione dei neutrofili. Il livello di produzione delle IgE è sotto lo stretto controllo dei linfociti T2. Lo squilibrio verso T2 è un fattore predisponente alle allergie (raffreddori, asma, rash cutanei, etc..). Nella vita odierna il condizionamento ambientale massivo dà luogo all’incremento esponenziale delle forme allergiche tra cui rinite allergica, asma bronchiale allergico, dermatite atopica, che rappresentano il risultato di una risposta T2 nei confronti di antigeni ambientali innocui (allergeni).
  1. I vaccini contengono sostanze chimiche (formaldeide) e metalli tossici (mercurio e alluminio) che hanno un forte effetto di depressione immunitaria (T1, ridotto numero di macrofagi). Il mercurio è il più allergizzante dei metalli insieme al nichel (T2, iperattività IgE, IgM).
  2. I vaccini contengono tessuti e materiale DNA/RNA di altri animali, che hanno l’effetto di deprimere il sistema immunitario attraverso un meccanismo di rigetto dell’organismo di cellule estranee.
  3. I vaccini alterano il rapporto di linfociti T helper/ linfociti soppressori. Tale parametro è un indicatore chiave del grado di funzionalità del sistema immunitario.
  4. I vaccini alterano l’attività metabolica di polimorfonucleari (NPM),utili nella difesa dell’organismo contro batteri e virus e riducono la loro capacità fagocitante.
  5. I vaccini sopprimono la nostra immunità non solo sovraccaricando l’organismo con mercurio ed altro materiale estraneo, ma anche introducendo virus attenuati e patogeni. Mentre le tossine nei vaccini rallentano il sistema immunitario, i virus si instaurano e mutano predisponendosi ad un nuovo stato infettivo.
  6. I vaccini impoveriscono il nostro organismo di elementi essenziali per la vitalità immunitaria, quali vitamina C, A e zinco, attivatori e modulatori di globuli bianchi e macrofagi per funzionare in maniera ideale.
Alterare questi fattori avrà conseguenze anche sulla immunità. Di qui una possibile spiegazione all’incremento fino a 50 mila unità di soggetti colpiti da sclerosi multipla. Una forte polarizzazione verso T2 è caratteristica di patologie autoimmuni e sclerosi sistemiche e produzione di auto-anticorpi. Elevati livelli di anticorpi alle proteine di base della mielina cerebrale sono riscontrati in oltre il 95% dei bambini autistici (Singh et al., 2003).
T1 (linfociti T helper di tipo 1) produce una serie di modulatori immunitari molto importanti: interferone gamma, interleukina (IL)-2 e TNF, tumor necrosis factor. Uno studio pubblicato dal Journal of Infectious Diseases ha documentato una diminuzione di interferone causata dal vaccino del morbillo, declino che persiste per un anno dopo la vaccinazione. L’interferone è una sostanza prodotta da T1 che rende l’organismo resistente alle infezioni. Il risultato finale è che i vaccini portano ad una maggiore vulnerabilità alle infezioni. Ed in effetti fu osservato (American Journal of Public Health Investigators,1990) che, su un campione di 3437 casi di polio nello stato di New York, le vittime avevano probabilità doppia di comparsa del polio, dopo vaccino DTP (difterite tetano pertosse) nei due mesi precedenti, la rispetto ai bambini di controllo.
Più recentemente, in un’epidemia di polio nello stato di Oman, è stato dimostrato che le vaccinazioni DPT avevano causato la comparsa di polio paralitico. Quanto sopra indicato segnala che esistono numerosi elementi scientifici per dimostrare l’assunto in base al quale, contrariamente a quanto ipotizzato in passato, i vaccini non rafforzano o sostengono il sistema immunitario nel suo complesso. Anzi predispongono ad infezioni ed allergie, rispettivamente perché deprimono T1 e spostano l’equilibrio verso T2.

LE CONTAMINAZIONI

Polio: uno dei problemi relativi a questo vaccino deriva dalla sua contaminazione con un numero ancora sconosciuto di virus animali. Il vaccino contiene centinaia di migliaia di virus che possono produrre polio, meningite, encefalite, epilessia. Accreditate ricerche ha mostrato che l’iniezione di un virus da una specie di scimmia all’altra ha provocato lo sviluppo di tumori maligni. La cancerogenicità di alcuni di questi virus è stata dimostrata da Sweet (1960), Fraumemeni (1963), Gerber (19621), Rowe (1962). Innes scoprì nel 1968 che la mortalità per leucemia negli USA dal 1955 al 1959 era cresciuta del 10% circa tra i 5 e i 14 anni, proprio negli anni del Salk. Secondo l’O.M.S., tra il 1970 e il 1974 in otto paesi europei ci sono stati 360 casi di polio di cui 205 associati alla vaccinazione. Secondo il Medical Letter (1988), negli ultimi decenni negli USA si sono verificati fino a 5-10 casi dall’anno di polio paralitica come conseguenza del vaccino Sabin, praticamente quasi il 100% dei casi di polio paralizzante. Secondo Mendelshon, nel 1977, su 18 casi di polio negli USA, 13 erano derivati dalla vaccinazione. In Israele nell’88 ci sono stati 15 casi di polio (Slater,1988) di cui 9 vaccinati con almeno tre dosi di Sabin, due con due dosi, ed uno con una. Si ritiene che l’87% dei casi di polio dal 1970 negli USA derivano dall’uso del vaccino antipolio.

Morbillo: nel giugno 1984 la rivista medica “USA MMWR” ha riportato un’epidemia di morbillo tra studenti dell’Illinois e del New Mexico vaccinati da poco al 98%. Gustafson (1987) descrive un’epidemia in una scuola secondaria con un indice di vaccinazione al 99% con virus attenuato. Secondo la FDA nel 1988, l’80% dei casi di morbillo erano di persone precedentemente vaccinate al morbillo.

Parotite: secondo West (1966), la mancanza della malattia in età infantile corrisponde ad una maggior probabilità di cancro alle ovaie e in generale di tutti i cancri (Ronnie, 1985). Efficacia: dal 1986 sta aumentando l’incidenza di parotite, caratterizzata da una particolare presenza tra gli studenti delle scuole medie e superiori.

Rosolia: efficacia: Secondo Cherry (1980), l’utilizzo di centinaia di milioni di dosi negli USA non ha sortito alcun effetto nei confronti delle continue ondate periodiche della malattia, anzi è stata notata la reinfezione da parotite nei vaccinati. Kloch e Rachelefsky (1973) hanno descritto un’epidemia di oltre mille casi a Casper (USA) nel 1971 che si presentò nove mesi dopo la campagna vaccinale e coinvolse per lo più vaccinati, pari all’83% nelle elementari ed il 52% negli asili. Hartman afferma che la rosolia produce malattia visibile solo nel 2-5% di non vaccinati contro un 50-100% dei vaccinati, cosa che dovrebbe far riflettere in generale sull’efficacia dei vaccini.

Pertosse: nel 1975 il Giappone decise di posticipare questa vaccinazione (particolarmente pericolosa) dal secondo mese di vita al secondo anno di vita e nel 1981 fu abolita del tutto. A partire dal 1975 la mortalità nei primi mesi di vita scomparve in Giappone, ma aumentò l’incidenza di meningite al secondo anno di età. Levine (1966) e Savinski (1973) hanno documentato che alti dosaggi di tale vaccino preludono alla comparsa di encefalomielite nell’animale. Smith (1988) ha dimostrato l’esistenza della meningite da vaccino, con incrementi pari al 400% al terzo mese di età. In tutti i Paesi in cui sono partiti massicci programmi di vaccinazioni si sono verificati aumenti esponenziali di casi di paralisi cerebrali.

Antinfluenzale (Emophilus B): numerosi ricercatori segnalano il pericolo di complicazioni neurologiche (encefaliti e paralisi di Guillen-Barrè) soprattutto nei bambini, a seguito di vaccini antinfluenzali. A seguito di massiva vaccinazione, con oltre 40 milioni di soggetti, furono registrate migliaia di reazioni avverse con centinaia di paralisi di Guillen-Barrè e 10 decessi, nell’arco di quattro mesi. Conseguirono 4.000 cause civili che con un fatturato di 3 miliardi di dollari di risarcimento. Nel 1978-79 una nuova campagna convinse nuovamente gli americani a vaccinarsi e nel periodo 78- 79 apparvero altri casi di Guillen-Barrè, di cui il 67% era già stato vaccinato nel 1976. Secondo uno studio del CDC, i bambini vaccinati avevano un’incidenza 5 volte maggiore di contrarre il virus del vaccino stesso e quindi l’influenza.

Vaiolo: Kittel verifica che, dopo l’antivaiolosa, 3297 bambini hanno riportato danni all’udito e 71 sono rimasti sordi. Bambini che hanno ripetuto l’antivaiolosa diverse volte presentano delle aberrazioni cromosomiche nei loro globuli bianchi. Miller (1967) descrive nove pazienti che svilupparono la sclerosi multipla dopo la prima o la seconda vaccinazione antivaiolosa. Il Messico e l’India hanno subito le epidemie di vaiolo più violente e mortali, sebbene le loro popolazioni fossero state rispettivamente completamente e parzialmente vaccinate. In Italia già nel 1887-89 la morte per vaiolo tra i vaccinati era equivalente a quella tra la popolazione non vaccinata. In Gran Bretagna la vaccinazione anti-vaiolo divenne obbligatoria nel 1853 e vent’anni dopo, nel 1870-71, si manifestò la più spaventosa epidemia della storia (23.000 morti); nei decenni successivi la mortalità da vaiolo in Gran Bretagna diminuì in modo perfettamente parallelo alla diminuzione del tasso di vaccinazione.

UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE AD HOC

Quanto sopra si limita a focalizzare alcune condizioni clinico-epidemiologiche che impongono cautela nella vaccinazione indiscriminata. Il principio della cautela, altrove impiegato, ad esempio nella contaminazione elettromagnetica, indica che comunque esso va seguito ed applicato. Basterebbe un solo caso di patologia da introduzione vaccinale per imporre un principio di cautela, ovvero un principio di esecuzione vaccinale controllata. Le motivazioni addotte sono sufficienti e bastevoli per imporre un Programma di Prevenzione non solo delle patologie sottoposte a vaccinazione (Polio, Morbillo, Difterite, Epatite, e soprattutto Influenza) ma di prevenzione delle complicanze attese. Si esclude che si possa continuare senza una programmazione in tal senso anche per i costi che le patologie da complicazione e iatrogene implicano. Pertanto si richiede una politica sanitaria di maggiore controllo della prevenzione vaccinale:·visita clinica presso le ASL prima della pratica vaccinale;·obbligatorietà della prescrizione medica vaccinale;·imposizione di sanzioni penali per coloro che praticano autovaccinazioni e per coloro che vendono prodotti vaccinale senza prescrizione medica.

giovedì 15 giugno 2017

La compensazione simbolica

Il CRIDOMH (Centro di Ricerche Indipendenti dell'Origine delle Miserie (H)umane) è una associazione francese che sta facendo un lavoro molto interessante per comprendere le ragioni prime delle malattie e dei traumi. Stiamo parlando di psicosomatica in modo simile a quanto hanno fatto altri personaggi famosi, Hamer su tutti.

La novità nel lavoro del CRIDOMH sta a mio parere nella scientificità che sono riusciti ad applicare in questo lavoro sulla salute, un campo dove la scientificità è in genere molto poco applicabile. La stessa scienza medica allopatica non ha la capacità di affrontare il tema della salute e della malattia in modo scientifico, nemmeno curando il sintomo. Esistono infatti svariati casi in cui il rimedio non funziona o funziona con effetti collaterali più o meno gravi, e questo rende il rimedio non scientifico. Purtroppo (o per fortuna) il metodo scientifico è impietoso: il rimedio deve funzionare sempre nello stesso modo per ogni soggetto a cui è applicato. Vale per tutte le scienze ma non può valere per la salute umana in quanto ogni essere umano è unico e molto complesso, oltre che, ad oggi, anche molto poco conosciuto.

Il lavoro del CRIDOMH invece è stato fatto catalogando i sintomi fisici alle problematiche psicologiche, in particolare ai disaccordi non espressi, con il 100% dei casi che rispettano le regole. Ovvero, anche un solo caso di un sintomo già catalogato che però abbia una corrispondente ragione psicologica diversa avrebbe invalidato tutto.
Se per esempio si è scoperto che in tutti i casi in cui una madre ha problemi con un figlio si genera una certa malattia A, ma poi venisse fuori un caso di una madre che in seguito a un problema con un figlio generasse la malattia B, si invaliderebbero tutti i casi. In questo modo non esiste “l'eccezione che conferma la regola” ma si cerca la regola, per ogni malattia, che funziona sempre.
Inoltre, cosa ancora più interessante, non si catalogano solo le malattie ma anche i traumi, in quanto anche questi non sono casuali ne sul proprio corpo fisico, ne su oggetti che ci rappresentano, come può essere l'automobile.

Questo lavoro è stato racchiuso nel libro dal titolo La compensazione simbolica, con la collaborazione di Giorgio Mambretti, e edito da Unoeditori del Gruppo Editoriale Uno. Il libro è suddiviso in tre quaderni:
  • Tra salute e malattia – Il cervello strategico
  • Caso o Compensazione simbolica?
  • Perché la malattia?
Il primo quaderno tratta del cervello e delle sue zone che possono essere danneggiate da una malattia in relazione ad un conflitto psicologico specifico. Il secondo quaderno spiega come funziona la compensazione simbolica per le malattie, ma anche per traumi, comportamenti, piaceri, voglie, in breve per tutto ciò che riguarda un essere umano. Nel terzo quaderno si scopre la simbologia della malattia, per esempio perché un dolore appare in una gamba e non nel braccio, e perché a sinistra piuttosto che a destra, e così via. Inoltre si approfondisce il significato della malattia stessa in quanto per esempio un'infiammazione cutanea è diversa da una osteoporosi.

Il libro come potete immaginare è molto interessante anche se sarebbe utile che il lavoro fosse ampliato e suffragato da ulteriori casi magari ottenuti anche in altri parti del mondo.

Se siete pronti a mettervi in discussione: buona lettura!!

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