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La rimozione di un dente, sia esso devitalizzato o
vivo, va effettuata secondo specifici criteri. Vediamo quindi di
seguito alcuni accorgimenti che una sicura estrazione deve includere.
Rimozione del periodonto
Il periodonto
è un tessuto che contiene e avvolge la radice di un dente, una sorta
di lenzuolo che lo accomoda nell'osso. Questo tessuto esiste in
quanto esiste il dente, e va rimosso qualora sia rimosso un dente,
per i seguenti motivi.
Nella maggior parte dei casi l'estrazione di un
dente viene effettuata quando nella parte sottostante si è generato
un ascesso, che può anche non aver dato modo di essere notato dal
paziente. Molte persone infatti si ritrovano con ascessi più o meno
importanti e cronici che minano la propria salute senza nemmeno
accorgersi di averlo. Quando questo avviene è molto probabile che
anche il periodonto sia intaccato dall'ascesso, o che magari è in
una fase avanzata di putrefazione.
Per questo motivo è importante eliminare il
periodonto all'estrazione di un dente, perché raramente questo
tessuto non è intaccato dall'infezione che ha colpito la radice del
dente.
Di seguito un video che mostra la procedura di rimozione del periodonto.
Di seguito un video che mostra la procedura di rimozione del periodonto.
fonte: youtube.com/user/mercuriocarretta
Pulitura dell'osso
Un dentista esperto di questi argomenti (nel momento
in cui scrivo in Italia sono molto pochi) effettua anche la pulitura
dell'osso nelle quantità che ritiene necessarie affinché
l'infezione non si rigeneri.
Infatti sono noti casi di necrosi dell'osso
mandibolare che, una volta puliti, si sono rigenerati dopo qualche
mese. Purtroppo i batteri molto resistenti che si formano durante le
fasi di putrefazione dei tessuti e dell'osso possono riprodursi se
non ripuliti totalmente.
Attesa e controllo della situazione
Dopo la rimozione del dente e del periodonto e la
pulizia dell'osso (operazioni che si effettuano durante la stessa
seduta) si dovrà aspettare che l'osso si rigeneri, andando quindi ad
otturare la zona lasciata libera dal dente. Affinché questo avvenga
ci vorrà qualche mese.
Inoltre il dentista esperto vi suggerirà di
effettuare un controllo dopo un periodo che ritiene opportuno, per
esempio 6 mesi dall'estrazione, per verificare che effettivamente
l'osso è rigenerato e pulito, e che non si siano riformate necrosi,
infezioni o putrefazioni. La panoramica può essere sufficiente per
valutare la situazione. In caso il controllo abbia esito negativo
potrebbe essere necessario riaprire la gengiva e ripulire un'altra
volta.
Impianti
Una volta che l'osso è pronto, se lo si desidera, è
possibile eseguire un impianto,
ovvero una vite che avvitata nell'osso consente di montarci sopra una
capsula, ridando estetica e funzionalità alla bocca.
Detto che nessun materiale diverso dal proprio dente
potrà avere una biocompatibilità al 100%, si dovrà scegliere un
materiale che abbia la biocompatibilità più alta possibile, e
questa potrà anche variare da persona a persona. Esistono appositi
test che consentono di valutare la propria compatibilità con i
materiali delle protesi.
Il problema è che attualmente non esiste un
materiale che non rilasci ioni, e sembra non esistere una soglia di
sicurezza valida per tutti delle quantità di materiale immesse
nell'organismo al di sotto della quale sicuramente non vi sarà
intossicazione.
Come materiali potremmo nominare il titanio
(metallo) o il diossido di zirconio (materiale ceramico), ma in
entrambi i casi si trovano sia pareri favorevoli che non, per esempio
guardare qui:
Il consiglio è di rivolgersi ad uno studio
dentistico di ultima generazione, come per esempio quello di Federico
Ronchi di Milano (smalto@eutelia.com)
o quello di Bobbie Beckman di
Bassano del Grappa, che possa risolvere tutti i dubbi del caso.
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