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sabato 10 dicembre 2011

Questione di prospettive

Vedere qualcosa da una prospettiva diversa ci consente di scorgerne nuovi particolari, di arricchire la nostra idea in merito a quella cosa e di renderci quindi più consapevoli riguardo ad un argomento. Ma non solo: la visione diversa ci consentirà di concentrarci anche su noi stessi, di vederci diversamente e di assistere eventualmente come spettatori ad un cambiamento della nostra persona.

Lo sforzo che dobbiamo fare non è quello di cambiare noi stessi, ma semplicemente di porci in un'altra prospettiva, affinché si possa vedere una parte della realtà diversamente, con maggiori dettagli o con dettagli migliori. Il cambiamento verrà da sé, senza eccessivi sforzi ma come semplice riconfigurazione delle abitudini ancorate al vecchio modello della realtà che vedevamo.

Avete mai provato per esempio a guardare l'ambiente in cui siete da più in alto (proprio fisicamente più in alto)? È un banale esercizio che però ci fornisce già l'idea che non tutto è come sembra. È una sensazione particolare.

Al proposito possiamo guardarci la lezione del “O Capitano! Mio Capitano”, il professor John Keating (Robin Williams) del bellissimo film L'attimo fuggente.




4 commenti:

  1. complicato, e lungo, rispondere.
    vado a fare un po' di spese e pou considero.

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  2. Si in effetti è complicato, per esempio: chi ci dice che la nuova posizione sia migliore della vecchia? E che non ci stia sviando?
    Aspetto le tue considerazioni se avrai voglia.
    Ciao B!

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  3. dunque.
    è lo specchietto illustrativo di un percorso che ho intrapreso con moltissime difficoltà da qualche anno a questa parte.
    perchè alla fine cosa mi da la sicurezza che una cosa per come la vedo io non possa essere vista meglio o diversamente in un altro modo ed essere altrettanto valida se non di più?
    è durissimo da digerire e masticare e scomporre per una nata e cresciuta a colpi di presunzione.
    tant'è che la cosa che mi riesce meno facile da cacciare è la rabbia, quella che mi sale non appena una sola parola detta o rivoltami in un modo che può anche lontanamente non piacermi mi fa salire il rosso alle guance e luccicare gli occhi e trattenere a stento un vaffanculo come ti permetti.
    perchè dopo anni e anni di cambiamenti di punti di vista, considerazioni differenti e allenamento alla calma ed alla riflessione (cosa non mia propria) finalmente riesco a spostarmi anche solo di un millimetro e vedere diversamente. non sempre, ma quasi sempre.
    e guarda un po', è sufficiente per non sentirsi migliori di nessuno, per farti aprire un sorriso quando anni fa ti saresti incazzato, per farti vedere che sì è vero non ci sei solo tu e guarda un po' adesso ti viene anche felicemente naturale.
    è bello sai, proprio tanto.
    quindi per me, viva viva spostare il punto.
    B.

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  4. Si, penso di capirti abbastanza bene. Solitamente è molto più semplice allargare le proprie vedute facendo delle "scoperte" su vari mezzi di informazione oppure sulla nostra diretta esperienza che non attraverso qualcuno che ci espone il suo pensiero.
    Penso che questo sia dovuto all'ego che vuole sempre essere protagonista.
    L'importante è cercare di fare come hai fatto tu, magari frustandosi un po', ma concedendosi l'opportunità di vedere le cose un tantino diversamente dalle proprie ancorate e "tradizionali" vedute.

    Di mio posso dire che nella presa di consapevolezza riguardo il veganesimo, l'ecologia, la sensibilità verso gli animali etc., mi sono stati molto utili anche amici e conoscenti onnivori che nonostante questo spesso sono più sensibili di me verso gli animali.
    E poi un'ultima cosa: no alla guerra alle incoerenze, secondo me sono necessarie alla crescita. Il perché l'ho spiegato qui:
    http://epineo.blogspot.com/2011/09/incoerenza-ed-evoluzione.html

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