(fonte: http://www.articolotre.com/2012/07/gianni-lannes-una-vita-spericolata-e-pericolosa/98206)
Appuntamenti telefonici a vuoto “Il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o irraggiungibile”.
- R.C. 12 luglio 2012- A dire il vero una telefonata in redazione è arrivata,
una voce dallo spiccato accento pugliese “A Lannes ci abbiamo bruciato
la macchina, a voi vi bruciamo il giornale. Fatevi i c…i vostri”, un
mitomane, mah.
Comunque la preoccupazione cresce e questo silenzio da parte di Gian non aiuta.
Ma chi è Gianni Lannes?
Certamente uno dei massimi giornalisti d’inchiesta
italiani, apprezzato dalle grandi testate nazionali, almeno fino a che
non ha toccato i fili dell’alta tensione. Ha collaborato con La Stampa,
Rai, Espresso, Panorama, Repubblica, addirittura con Famiglia Cristiana,
l’importante che gli permettessero di esercitare il diritto alla
controinformazione, scrivere quello che gli altri non dicono.
Traffico d’armi, rifiuti tossici, crimine organizzato, politica e
colletti bianchi, il pane quotidiano di Gian, tutto rigorosamente
circostanziato e condito con nomi e cognomi.
Lannes fonda un suo giornale online, ItaliaTerraNostra,
per poter continuare le sue scrupolose inchieste senza timore di
essere limitato o censurato, però nel 2009 accade un fatto sconcertante.
Gianni risulta essere sotto contratto con La Stampa di Torino, una
posizione anomala, ‘congelato’, cioè percepisce un minimo di stipendio
con l’obbligo di non scrivere, va beh, meglio di niente. Però una sua
precedente inchiesta sulla mafia dà fastidio.
Lannes si era occupato nel 2008 di una vicenda relativa alla
costruzione di una superstrada inutile in Sicilia, con conseguente
devastazione di un’area archeologica e indicava quale sponsor
dell’operazione l’attuale presidente del Senato, Renato Schifani.
Bene, il politico invita ad una festa a Roma il giornalista. Gianni
accetta e nel corso dell’incontro nasce una discussione sulle
motivazioni dell’inchiesta. Schifani signorilmente invita Lannes a non
occuparsene più ed a “Andare in vacanza”.
Ma non basta, un mese e mezzo dopo, Renato Schifani si presenta alla
Stampa e la collaborazione tra il quotidiano e Lannes viene troncata,
senza motivazione. Anche ItaliaTerraNostra non subisce sorte migliore.
Lannes decide di occuparsi della Barilla e dell’amianto
dei suoi stabilimenti di Melfi, con il risultato che il 18 novembre
2010, il sito viene oscurato, non dall’autorità giudiziaria, ma dal
server che lo ospitava: Aruba.
Riportiamo le parole di Gianni “La Barilla dei noti fratelli delega
il professor avvocato Vincenzo Mariconda con studio a Milano per il
lavoro sporco. Invece di rimuovere l’amianto fuorilegge (legge 257/1992)
che imbottisce lo stabilimento di merendine e biscotti a San Nicola di
Melfi in Lucania, tentano illegalmente di far cancellare il sito del
giornale online ITALIA TERRA NOSTRA [...] Invece di denunciare alla
magistratura per l’eventuale reato di diffamazione a mezzo stampa, tutto
da dimostrare o citarci in giudizio in sede civile per un risarcimento
danni, chiedono ad Aruba di oscurarci”.
Il precipitare della situazione nelle ultime settimane è cosa nota.
Articolotre invita tutti i blogger, tutti i giornalisti liberi, la
società civile intera a divulgare la storia di Gianni Lannes, a parlare
di lui. Non possiamo lasciarlo solo. Le minacce che ha ricevuto devono
rivelarsi un boomerang per i vigliacchi che lo temono.
L’intera stampa libera deve essere un’unica, coesa, cassa di risonanza, la stampa libera deve essere Gianni Lannes.
"A coloro i quali, in tutte le mutevoli sfaccettature di questo universo, non ne vedono che uno solo, appartiene la Verità Eterna, a loro e a nessun altro, nessun altro!"
qualcuno, 3000 anni fa, sulle sponde del Gange
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venerdì 13 luglio 2012
giovedì 12 luglio 2012
Gianni Lannes. Un dramma accompagnato da un vergognoso silenzio
(fonte: http://www.articolotre.com/2012/07/gianni-lannes-un-dramma-accompagnato-da-un-vergognoso-silenzio/97137)
Rimango di stucco, ma sino ad un certo punto. Poco tempo fa Articolotre aveva dato la notizia, forse unico tra i media nazionali, dell'attacco che il blog di Gianni, 'Su la testa', aveva subito e delle minacce di morte che nuovamente erano state rivolte a lui e alla sua famiglia da anonimi vigliacchi.
Definito da una stampa becera 'complottista', viene da chiedersi se le denunce di Gianni Lannes relative a scie chimiche a terremoti artificiali fossero delle bufale, che senso avrebbe oscurare il suo sito e minacciarlo di morte. Ma chi lo conosce, quindi anche i suoi non pochi nemici, sa che Lannes è uno degli ultimi veri giornalisti d'inchiesta nel panorama italiano, serio e documentato, soprattutto uno con la schena dritta.
Chi tocca le ecomafie muore e Gianni non solo le ha toccate, ma ci ha scavato fino ad arrivare al marcio.
Ultimamente ha cambiato due auto, per sfizio? No, per necessità, gliele hanno bruciate. Il 26 gennaio 2012, Lannes ha trovato nell’auto della moglie un biglietto anonimo con l’invito minaccioso a “non creare problemi con le inchieste contro le ecomafie” per evitare ritorsioni contro la sua famiglia. La notte tra il 29 e 30 gennaio a questo avvertimento si è aggiunto un altro segnale preoccupante: il videocitofono dell’abitazione è stato manomesso da ignoti che hanno reso impossibile vedere dall’interno della casa chi è alla porta.
Ma i problemi per Gianni Lannes risalgono a molto tempo prima. Dal 22 dicembre 2009 al 22 agosto 2011 ha vissuto sotto protezione delle forze dell’ordine: “il 2 luglio 2009, è saltata in aria l’auto della moglie; il 21 luglio 2009 ignoti hanno sabotato i freni della sua auto; il 5 novembre ignoti hanno bruciato la sua auto.
Le intimidazioni e le minacce si sono estese anche ai suoi collaboratori, dal 25 giugno 2009 a tutt’oggi. In particolare, a maggio 2010, ignoti hanno sottratto un computer e minacciato telefonicamente alle 6 del mattino la moglie di Lannes; il giorno 8 ottobre 2010 alle ore 8,30, qualcuno ha suonato insistentemente al video citofono della sua abitazione dal quale era ben visibile il viso di una persona sui trent’anni con barba incolta ed accento non spiccatamente del luogo, il quale, in un insolito orario, gli ha chiesto di scendere a ritirare la posta. Accanto a questo soggetto si intravedeva la schiena di un altro individuo”.
Sembrerebbe sufficiente perchè il Viminale adotti le opportune misure di protezione per una situazione di evidente rischio. Invece? Scorta revocata e via libera ai criminali.
Ma noi saremo al fianco di Gianni, lo sosterremo nelle battaglie contro il letame che si annida nel potere, facendo nostre le parole di Livio Pepino "Quanto più tocchi poteri forti, tanto più la reazione sarà proporzionata".
Ti aspettiamo, Gianni.
- R.C.- 7 luglio 2012- Stamane Gianni Lannes,
firma di punta di Articolotre, ma soprattutto amico e collega,
finalmente dopo un lungo silenzio mi contatta, poche e inquietanti
parole "Scusa ho dovuto mettere al sicuro la mia famiglia, mi farò vivo
presto".
Rimango di stucco, ma sino ad un certo punto. Poco tempo fa Articolotre aveva dato la notizia, forse unico tra i media nazionali, dell'attacco che il blog di Gianni, 'Su la testa', aveva subito e delle minacce di morte che nuovamente erano state rivolte a lui e alla sua famiglia da anonimi vigliacchi.
Definito da una stampa becera 'complottista', viene da chiedersi se le denunce di Gianni Lannes relative a scie chimiche a terremoti artificiali fossero delle bufale, che senso avrebbe oscurare il suo sito e minacciarlo di morte. Ma chi lo conosce, quindi anche i suoi non pochi nemici, sa che Lannes è uno degli ultimi veri giornalisti d'inchiesta nel panorama italiano, serio e documentato, soprattutto uno con la schena dritta.
Chi tocca le ecomafie muore e Gianni non solo le ha toccate, ma ci ha scavato fino ad arrivare al marcio.
Ultimamente ha cambiato due auto, per sfizio? No, per necessità, gliele hanno bruciate. Il 26 gennaio 2012, Lannes ha trovato nell’auto della moglie un biglietto anonimo con l’invito minaccioso a “non creare problemi con le inchieste contro le ecomafie” per evitare ritorsioni contro la sua famiglia. La notte tra il 29 e 30 gennaio a questo avvertimento si è aggiunto un altro segnale preoccupante: il videocitofono dell’abitazione è stato manomesso da ignoti che hanno reso impossibile vedere dall’interno della casa chi è alla porta.
Ma i problemi per Gianni Lannes risalgono a molto tempo prima. Dal 22 dicembre 2009 al 22 agosto 2011 ha vissuto sotto protezione delle forze dell’ordine: “il 2 luglio 2009, è saltata in aria l’auto della moglie; il 21 luglio 2009 ignoti hanno sabotato i freni della sua auto; il 5 novembre ignoti hanno bruciato la sua auto.
Le intimidazioni e le minacce si sono estese anche ai suoi collaboratori, dal 25 giugno 2009 a tutt’oggi. In particolare, a maggio 2010, ignoti hanno sottratto un computer e minacciato telefonicamente alle 6 del mattino la moglie di Lannes; il giorno 8 ottobre 2010 alle ore 8,30, qualcuno ha suonato insistentemente al video citofono della sua abitazione dal quale era ben visibile il viso di una persona sui trent’anni con barba incolta ed accento non spiccatamente del luogo, il quale, in un insolito orario, gli ha chiesto di scendere a ritirare la posta. Accanto a questo soggetto si intravedeva la schiena di un altro individuo”.
Sembrerebbe sufficiente perchè il Viminale adotti le opportune misure di protezione per una situazione di evidente rischio. Invece? Scorta revocata e via libera ai criminali.
Ma noi saremo al fianco di Gianni, lo sosterremo nelle battaglie contro il letame che si annida nel potere, facendo nostre le parole di Livio Pepino "Quanto più tocchi poteri forti, tanto più la reazione sarà proporzionata".
Ti aspettiamo, Gianni.
giovedì 5 luglio 2012
Fruotolo e Bannoli
Signore e signori, bambine e bambini, giovanotte e giovanotti, questo non è un dolce crudista di ripiego. Questo è un dolce a tutti gli effetti che può competere e anche vincere (dipende sempre dai gusti poi) con i dolci tradizionali. Non l'avrei mai detto, non era questa l'intenzione né l'ambizione quando ho partorito Fruotolo, pensavo di fare qualcosa di mangiabile, abbastanza gustoso per poterlo portare da amici se invitato. E infatti è nato proprio così, dopo un veloce test di una versione prototipo non troppo convincente (si stava nascondendo il furbone per non svelare le sue vere potenzialità!), il giorno stesso che sono stato invitato da amici ho dato vita a questa creatura. E a tavola poi, anche se le nostre pance erano già belle piene, siamo rimasti folgorati da Lui.
Dopo aver detto tutte queste cavolate per suonarmela e cantarmela (anche se il merito della bontà del Fruotolo è del Fruotolo stesso, è giusto ricordarlo!)... rimando ad altro post la descrizione della sua implementazione... scherzo! :D
Non potrei farvi uno sgarro del genere. Ve lo presento punto e basta.
Cari tutti..... ecco a voi..... Fruotolo!
Dopo aver detto tutte queste cavolate per suonarmela e cantarmela (anche se il merito della bontà del Fruotolo è del Fruotolo stesso, è giusto ricordarlo!)... rimando ad altro post la descrizione della sua implementazione... scherzo! :D
Non potrei farvi uno sgarro del genere. Ve lo presento punto e basta.
Cari tutti..... ecco a voi..... Fruotolo!
La base di questo dolce è la pasta di banana che ho implementato (scusate la parola molto informatica) proprio per fare un dolce. Poi il destino ha voluto che automodellandosi a sua stessa immagine e somiglianza (anche se non esisteva ancora) si è plasmato come un rotolo di frutta. Da cui Fruotolo.
La forma della pasta di banana era un rettangolo di circa 20 cm x 15 cm di lati, forse qualcosa di più ma non ci giurerei.
Quindi una volta pronta la pasta di banana è necessario fare il ripieno, i cui ingredienti sono:
La forma della pasta di banana era un rettangolo di circa 20 cm x 15 cm di lati, forse qualcosa di più ma non ci giurerei.
Quindi una volta pronta la pasta di banana è necessario fare il ripieno, i cui ingredienti sono:
- polpa di mela
- succo di mela e anche un po' di succo di ananas
- uvetta ammollata in acqua una decina di minuti o più
- 3 datteri senza pelle (facoltativi)
- succo d'agave
- qualche noce a pezzettini
- cannella
- cacao in polvere
La polpa di mela, il succo di mela e il succo d'ananas derivano dalla estrazione con il mitico Impavido (HU100 della Hurom) dei rispettivi frutti. Alla mela conviene togliere la buccia (prima dell'estrazione del succo ovviamente). Quindi possiamo mischiare tutti gli ingredienti in una terrina, tranne i succhi e il cacao, con una forchetta o un cucchiaio. Aggiungere quindi i succhi solo nelle quantità opportune per far rinvenire un po' la polpa di mela se dovesse essere troppo asciutta.
Assaggiate questo impasto aggiustandolo ancora di cannella, succo d'agave o datteri se è povero di sapore o di dolcezza.
Stendere quindi la pasta di banana e metterci sopra uno strato di circa mezzo centimetro o qualcosa più dell'impasto. Da un lato non arrivate proprio alla fine con l'impasto, fermatevi 1 o 2 centimetri prima. Prendete quindi l'altro lato della pasta di banana, quella con l'impasto fino alla fine, e iniziate ad arrotolare su se stesso. Una volta arrotolato tutto spolveratelo con il cacao in polvere da cima a fondo e bon appétit! Magari lasciarlo prima un po' in frigorifero se desiderate.
Cheddire, il sapore di questo semplice rotolo fruttariano è stato una sorpresa sia per me che per i miei amici, ce lo siamo strafugati nel gargarozzo! Veramente ottimo!
Si possono ovviamente fare tutte le modifiche che si vogliono. Con questi ingredienti assomiglia al sapore dello Strudel, ma si può provare per esempio anche con un ripieno di vegrino (grazie Rava!), poco o per niente salato in questo caso, e pezzi di cioccolato. Cosa che ho sperimentato in un'altra occasione cercando di simulare i cannoli siciliani, soprannominati Bannoli, per via della pasta di banana. Di seguito il risultato.
Durante la preparazione della pasta di banana per i 4 Bannoli.....
e durante la preparazione del ripieno di vegrino (grazie ancora a Rava!).
Et voilà!
E anche questi si sono auto sparati nel gargarozzo, stupendi!
Sperimentate gente, sperimentate anche voi con la pasta di banana! ;)
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