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martedì 22 maggio 2012

TSO, chiedo perdono

Chiedo perdono.
Perché nel vivere e subire una situazione familiare un po' pesante, negli anni, in particolare negli ultimi anni, ho pensato di chiedere il TSO, ovvero il Trattamento Sanitario Obbligatorio, per un mio genitore.
Non pensavo certo che fosse una passeggiata, ma, nonostante navigassi già nella contro informazione o per meglio dire alla ricerca di un'informazione più vera, non avrei mai pensato che in un paese come l'Italia al giorno d'oggi avvenissero operazioni degne dei più spietati film di fantaspionaggio.

Mentre guardavo Code di Lucertola, un film documentario del 2008 di Valentina Giovanardi, ho provato una grande stretta al cuore. Se avessero fatto per mia mano quello che ho visto ad un mio genitore, non me lo sarei mai perdonato. Non ho veramente altre parole. Chiedo solo perdono per averlo pensato.




fonte: youtube.com/user/pnldanilo

4 commenti:

  1. Credimi, ho provato a guardare alcune scene ma davvero non ho retto. Non sono situazioni facili da gestire e si ha l'impressione che comunque siamo dal lato sbagliato della medaglia.
    Rimango senza parole, il fatto che tu l'abbia solo pensato non fa di te un mostro, ma solo una persona che cerca tutte le possibili alternative e ha la fortuna di avere mente e cuore molto aperti nel voler indagare a fondo.
    Un abbraccio!

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    1. Ciao Spiru, scusami, forse era meglio che linkassi la versione con l'avviso di scene cruente... Se vai avanti poi ci sono le interviste alle persone e le scene cruente diminuiscono.

      Purtroppo in alcune situazioni si arriva a pensare (e a volte a fare) cose tutt'altro che amorevoli, proprio nei confronti delle persone a noi più care.

      Ti ringrazio per la solidarietà. Non mi considero un mostro, in ognuno di noi c'è quel pizzico di male contornato dal bene, come nel simbolo dello yin yang. Solo che la non conoscenza mi avrebbe fatto fare una cosa ignobile; in questo caso è una fortuna che ci penso sempre un po' prima di fare una cosa.

      Un abbraccio a te, ciao!

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  2. Ho visto tutto il documentario.
    Sono felice che tu lo abbia postato, si riferisce ad una realtà che credo quasi nessuno conosca, o meglio, una realtà che conoscono tutti, ma senza sapere il marcio che c'e'.
    Io mi sono iscrittaa psicologia, a 30 anni, per piacere personale, non ho ancora terminato gli studi e non so nemmeno se mai lo farò, ma la psiche umana mi ha sempre affascinato.
    la prima cosa che ci è stata detta è che la pazzie non esiste. non c'e' un limite, che prevaricato ti infila fra i matti o fra i sani...lo siamo tutti un po' e non lo è nessuno... e penso che sia questo il problema.
    il cervello non ha limitazioni, se non sono vere lesioni cerebrali, a me può sembrare matto uno che passa le sue giornate a mettere a posto la casa in modo ossessivo, ma non è detto che lo sia... ho un'amica che tiene le maglie in ordine di colore...potrei farla ricoverare perchè è una maniaca dell'ordine....è inquietante sapere che ciò per qualcuno è normale per altri non lo è...e magari, ancora peggio, sapere che se il sindaco della tua città decide che gli stai sul cazzo, ti può fare internare...e anche il vicino di casa...o i conoscenti...e che una volta dentro, praticamente non hai via di scampo...sei bollato a vita.
    Mi sento un esperimento della società.
    Una società malata. triste. Cattiva.

    La mia speranza più grande sarebbe che le persone iniziassero ad aprire gli occhi e il cuore...ma la vedo dura...quindi passo al secondo sogno...se non miglioriamo...tanto vale che ci estinguiamo....siamo l'animale più crudele che esista.

    ti abbraccio.
    E non preoccuparti per quello che hai pensato. non lo sapevi. altrimenti non lo avresti pensato.

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    1. Ringrazio anche te, Dany, per la solidarietà.
      Hai descritto molto bene cosa è "la pazzia non pazzia", sono d'accordissimo.

      Pensa che un mio ex professore delle superiori anni prima che insegnasse a me l'avevano internato, suppongo con TSO. Ci aveva raccontato la storia che sembrava pura fantascienza. Era epilettico. Gli davano dei medicinali che gli avevano aggravato la malattia. Così era stato bollato come "pazzo". Non so come ha fatto ad uscirne... e pensa che dei professori che avevo era uno dei migliori, e spero lo sia ancora. Un ingegnere elettronico veramente bravo. Bah...

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