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mercoledì 11 maggio 2011

Ma gli umani, sono esseri consapevoli?

Difficile dare una risposta definitiva a questa domanda. Sicuramente di alcune cose siamo consapevoli, ma di molte altre (molte più di quante pensiamo) no.
Non ho intenzione di approfondire il problema in questo post, per adesso mi limito a riportare un esperimento che possa farci riflettere citato da Gary Hamel e C.K. Prahalad (1995), tratto dal libro Non tutto il marketing vien per nuocere di Claudio Nutrito (Ed. FRANCOANGELI) riguardo al pensiero di gruppo.
Quattro scimmie vengono poste in una stanza al cui centro è stato collocato un palo con in cima un grappolo di banane. Una scimmia affamata si arrampica sul palo, ma non appena tenta di staccare una banana dal grappolo viene investita da un gettito di acqua fredda che esce da una doccia collocata nel soffitto. Una alla volta anche le altre scimmie tentano di prendere una banana, ma vengono anch'esse inesorabilmente bagnate e scendono dal palo senza essere riuscite a prendere il cibo. Dopo una serie di tentativi le quattro scimmie si danno per vinte e rinunciano ad ulteriori tentativi.

Dopo un po' di tempo una delle quattro scimmie viene tolta dalla stanza e sostituita. La nuova scimmia, completamente all'oscuro dei precedenti, appena entrata nella stanza si accinge a salire sul palo per agguantare una banana, ma viene fermata dai messaggi delle altre scimmie che le fanno capire l'esistenza di un pericolo. La nuova arrivata, senza aver vissuto l'esperienza della doccia fredda, si convince a rinunciare al tentativo.

Una alla volta, anche le altre scimmie vengono sostituite fino ad arrivare alla formazione di un gruppo di quattro scimmie diverse dalle prime. Tuttavia ogni nuova arrivata ha ricevuto dalle altre il messaggio di non arrampicarsi sul palo, pur senza ben comprendere la natura del pericolo, e nessuna di loro tenta di prendere una banana, neppure dopo che la doccia viene tolta.

Come nell'esperimento delle scimmie, anche fra le persone l'esperienza può essere tramandata all'interno di un gruppo, di un'organizzazione, di un'azienda. Ai nuovi arrivati viene trasmesso ciò che è emerso dall'esperienza, “ciò che non si può fare”. E spesso tutti condividono questa esperienza trasferita nel tempo senza pensare minimamente di metterla in discussione, di verificare se ha ancora una sua ragion d'essere, se è intervenuto qualche mutamento nella situazione di partenza.
Si crea quindi una sorta di pensiero omogeneo di gruppo.
Walter Lippmann, il famoso giornalista americano, ha detto: “Quando tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa”.

9 commenti:

  1. Illuminante! Così, immagino, si formano le paure e i pregiudizi sulle cose, sulle persone, sulla salute. E arrampichiamoci su questo palo, và! Grazie.

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  2. Si! Andiamo a vedere cosa c'è in cima al palo, dobbiamo fare la nostra esperienza, con l'aiuto dell'esperienza altrui, ma senza fidarci ciecamente.
    Grazie per essere passata di qua.
    Ciao!

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    1. Io credo che la consapevolezza tocchi una persona su cento, forse sono stato anche largo, e ovviamente servirà d'esempio per il prossimo un per cento che si sveglierà ... oggi sembra che ad essere consapevoli siano in molti, che avvenga davvero come nell'esperimento della centesima scimmia?
      Certo è che sino a quando non ci si sveglia continueranno a mungerci!

      Da oggi sei nei link che seguo, a ogni aggiornamento leggerò e se è interessante lo propongo nel mio blog

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    2. Ciao Dioniso!
      Grazie per la fiducia, ti seguo da qualche tempo, non ricordo dove ti ho trovato, forse tramite Brizzi.....

      In effetti la consapevolezza è qualcosa di molto sfuggente. Ogni anno che passa mi sento più consapevole riguardo qualcosa rispetto all'anno precedente, eppure l'anno precedente pensavo di essere consapevole!
      Credo vi siano diversi stati di consapevolezza che passano dalla mente, ma l'unico stadio vero di consapevolezza sta nel Cuore.

      Uso dire che: L'Intuito è la migliore fonte di Conoscenza che l'Umano abbia a disposizione.

      A presto, ciao!

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  3. Dipende sempre cosa vogliamo intendere per "consapevole".
    Se consapevole vuol dire "intelligente"... è un altro discorso.
    Di consapevoli ce ne sono ben pochi. Poi, si può essere consapevoli in alcune cose di più e in altre di meno.

    Jan

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    1. Sai EniNeo, l'anno scorso scrissi un articolo con il titolo "Animale: essere inconsapevole?",
      spero che ti interesserà: http://storieriflessioni.blogspot.it/2012/02/animale-essere-inconsapevole.html

      Jan

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    2. Grazie del tuo post Jan, ti ho risposto da te.
      Ciao!

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