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lunedì 17 giugno 2013

Eric Dollar: Il Sole non è un Reattore Nucleare

(fonte: http://dotsub.com/view/fccb48be-8f1f-4fc0-acda-ad632af9dfe0)

Però... ho forti dubbi che questa scoperta sia la spiegazione del perché di scie chimiche, HAARP e geoingegneria. Piuttosto un alibi. :)

Ad ogni modo: ENTUSIASMANTE!!! ;)



martedì 11 giugno 2013

Allarme vaccini di Stefano Montanari


Di Gaetano Vilnò

Voglio fare una premessa, il Dott. Stefano Montanari insieme alla moglie Dott.ssa Gatti sono persone di alto profilo professionale, sono scienziati, scienziati senza compromessi, scienziati che non hanno paura di rivelare verità scomode. Stefano Montanari lo ritengo un amico, una persona umanamente sensibile, schetto, spontaneo, umile, come me ha avuto il brutto incontro con il comico Grillo, come me non si è arreso.
Accusato da pseudo grillini di essere un’approfittatore, accusato delle più basse menzogne esistenti, sembra quasi di tornare al medioevo quando gli scenziati veri venivano messi al rogo.


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Chi sono Stefano Montanari e Antonietta Morena Gatti

Nanoparticelle, premio internazionale Il duo Gatti-Montanari ai vertici mondiali (http://www.affaritaliani.it/emilia-romagna/nanoparticelle-premio-internazionale-il-duo-gatti-montanari-ai-vertici040612.html)

Stefano Montanari parla di nanoparticelle


(fonte video: youtube.com/user/turboxxxcrime)


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Temo che ben pochi italiani conoscano il nostro lavoro. Nostro: di mia moglie e mio.
Tra mille difficoltà, non ultima quella della sottrazione del nostro strumento di lavoro da parte di Beppe Grillo (http://www.stefanomontanari.net/sito/images/pdf/grillo_microscopio.pdf), noi siamo gli scopritori delle nanopatologie, le malattie da micro e nanoparticelle. Infarto, ictus, una serie infinita di cancri, malformazioni fetali, aborti, malattie insospettabili dai non addetti ai lavori come un certo tipo di diabete, sono alcune delle nanopatologie e la loro origine è quasi invariabilmente l’inquinamento.

Non so per quale miracolo, ancora riusciamo a far sopravvivere la ricerca e, nell’ambito della ricerca, abbiamo analizzato 24 vaccini.

Inizialmente lo facemmo per nostra curiosità, poi, qualche anno dopo, perché arrivò da noi Francesca Sola, una ragazza proveniente dall’Università di Parma che ci chiedeva di poter fare la sua tesi di laurea analizzando alcuni vaccini con la nostra tecnica. Così partimmo, anche se non fu sempre facile reperire i campioni perché in alcuni casi questi non sono disponibili in farmacia ma solo presso strutture pubbliche e, dunque, si dovevano chiedere al produttore il quale non gradiva ficcanaso.

Senza troppa sorpresa visti i risultati precedenti, anche i campioni analizzati con Francesca rivelarono tutti un contenuto di polveri solide, inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili, il che significa inevitabilmente capaci d’innescare malattie.
Di questo io e mia moglie avevamo già parlato in precedenza con qualche rappresentante di case farmaceutiche i quali si dissero “molto interessati” a ciò che avevamo rilevato. Una volta – si era a Firenze nell’autunno del 2008 – ne parlai pure ad uno dei corsi di aggiornamento cui i medici devono assistere e, a fine lezione, venne da me, molto imbarazzato, un pezzo grosso della “ricerca” (mi dispiace dover chiudere la parola tra virgolette, ma non ho altre possibilità) di un produttore di vaccini che mi pose un sacco di domande, assicurandomi che avrebbe dato seguito alla cosa. E il seguito, come in ogni altro caso, fu il muro di gomma.

Nessuna meraviglia: non esiste alcuna disposizione legale a proposito di quelle eventuali presenze e, dunque, si può impunemente far finta di nulla. E di questo verrà fatta chiara menzione da parte di un responsabile della produzione di vaccini qualche anno più avanti, come vedrà chi arriverà in fondo a questo capitolo.

Un episodio degno forse di considerazione fu quello accaduto nell’autunno 2012. Come ogni anno in quel periodo la campagna per indurre più persone possibile a vaccinarsi nei confronti dell’influenza si stava scatenando. Improvvisamente accadde qualcosa, qualcosa che non ebbe poi una spiegazione che potesse reggersi scientificamente: di alcuni tipi di vaccini antinfluenzali venne bloccata la vendita. La notizia mi arrivò tramite un comunicato di agenzia e cinque minuti dopo ero nella farmacia più vicina al mio laboratorio per vedere di acquistarne un pezzo di ognuno prima che la notizia arrivasse al farmacista.
Di tutti i vaccini sospesi solo l’Agrippal era disponibile e il farmacista, ignaro del provvedimento, me lo consegnò. Erano le 15 e 24 del 24 ottobre come da scontrino. Non ero ancora uscito quando arrivò in farmacia la telefonata di annuncio: l’Agrippal non si può vendere. Io, però, la scatola l’avevo pagata, avevo tanto di ricevuta e me ne andai.
L’analisi non fu confortante: particelle di Ferro; di Ferro e Titanio; di Zolfo, Bario, Cloro, Silicio, Alluminio e Sodio; di Silicio, Sodio, Alluminio, Bario e Zolfo; di Silicio, Calcio, Titanio e Alluminio; di Calcio, Alluminio, Silicio e Piombo; di Ferro e Zinco; di Ferro, Cromo e Nichel, cioè di acciaio.

Le loro dimensioni andavano dalle centinaia di nanometri a qualche micron, fino ad agglomerati di decine di micron. Di fatto, un bel campionario di pezzetti di materia solida che in una soluzione iniettabile proprio non dovrebbero starci.
Come sempre avevamo fatto, e questo va specificato con estrema chiarezza, noi avevamo analizzato un solo campione e non più campioni provenienti da lotti diversi. Insomma, una sorta di fotografia istantanea e non un film.
Per completezza d’informazione, aggiungo che passò appena qualche giorno e i vaccini bloccati tornarono di libera vendita senza spiegazione alcuna. Solo le rassicurazioni generiche e non sostanziate da alcuna spiegazione da parte delle cosiddette “autorità”.

Il 21 novembre dello stesso anno vennero a trovarmi in laboratorio due agenti dei Carabinieri del NAS di Parma e io consegnai loro il risultato dell’indagine. Nessuna accusa a nessuno, per carità: l’analisi era stata fatta su una sola confezione e un incidente può capitare. Anche se in un vaccino…
Comunque sia, non ho notizie di reazioni da parte dei Carabinieri né da chi è preposto a vigilare sui farmaci.
Il che non è affatto stupefacente se si considera ciò che era accaduto l’anno prima.


L’anno prima era venuto da me Luigi Pelazza, uno dei giornalisti del programma televisivo Le Iene con cui avevo già girato diversi servizi, dicendomi di aver parlato con il dottor Gianpietro Spinosa di Losanna a proposito del Gardasil, il vaccino “contro il cancro del collo dell’utero” (anche qui le virgolette sono d’obbligo.) Ciò che Spinosa, ginecologo di lungo corso e di grande prestigio tanto in Svizzera quanto all’estero, gli aveva comunicato era che quel prodotto era poco o nulla attivo, e questo stando a quanto il produttore stesso riportava nella letteratura presentata all’FDA, l’ente statunitense che dà licenza di messa in distribuzione ai farmaci, un ente che ha giurisdizione solo negli Stati Uniti ma la cui autorità scientifica è riconosciuta ovunque, tanto che un placet FDA è praticamente un via libera quasi a livello planetario.
Pelazza mi consegnò un campione di Gardasil chiedendo che fosse analizzato, cosa che facemmo trovandolo, ahimè, inquinato dalle ormai solite polveri. Nel caso di quel campione, come sempre uno solo, le particelle che trovammo erano composte da Rame, Alluminio e Ferro; da Piombo e Bismuto; da Ferro e Fosforo e da Ferro solo. Le dimensioni, più o meno le solite, da non molti nanometri a qualche micron con particelle solitarie e altre agglomerate.

Con quei dati in mano Luigi Pelazza prese un appuntamento con la Sanofi Pasteur di Roma, la distributrice del Gardasil con il cui produttore è in condizione di joint venture, e l’unica azienda in Europa che si occupi solo della produzione di vaccini. Così, andammo a Roma. Oltre a mia moglie e, naturalmente, a Pelazza c’erano Spinosa e due operatori di audio e di ripresa video.
Fu un’intervista che durò non molto meno di quattro ore e ci trovammo di fronte un professore dell’Università di Bologna convocato dall’Azienda, qualche tecnico e il dottor Roberto Biasio che della Sanofi è il direttore medico scientifico. Ovviamente la Sanofi non aveva grandi armi per ribattere alla sua stessa letteratura e alle nostre analisi e, ad intervista conclusa, ce ne tornammo ognuno a casa propria.
Per motivi che preferisco non esporre per carità di patria, la Sanofi si oppose immediatamente a che il servizio fosse trasmesso e così fu, ma Luigi Pelazza riferì della cosa ai Carabinieri del NAS di Roma e questi mi convocarono. Andai. Era domenica 2 ottobre 2011 e passai tutto il pomeriggio alla loro sede dell’EUR.
Risposi a tutte le domande, spiegai il problema legato a quegl’inquinanti, consegnai i risultati delle analisi e… e non accadde nulla. Nulla se si eccettua una visita al nostro laboratorio di Modena del dottor Biasio con cui avemmo una conversazione molto interessante (Biasio ha una preparazione tecnica di tutto rispetto) e ci lasciammo con l’assicurazione che alle nostre analisi si sarebbe dato seguito. Credo che nessuno si sorprenda se dico che il seguito è stato pari a zero e tra qualche paragrafo arriverà la spiegazione.

Passò un po’ di tempo, fino a che non mi telefonò Valentina Corvino, giornalista del settimanale Il Salvagente. Mi chiese un’intervista a proposito dei vaccini in generale e del Gardasil in particolare.

Questo video vi farà fare molte riflessioni


(fonte video: youtube.com/user/salva733)

Le dissi, riassumendo molto, delle nostre ricerche e dei nostri risultati e ne uscì un articolo di diverse pagine (Il Salvagente n. 38 del 27 settembre 2012). La parte più interessante se si vuole avere idea della situazione in cui ci troviamo, però, non era quella dedicata a me ma la parte, molto più stringata, dedicata al dottor Biasio. Cito alla lettera: 
Biasio è stato uno degli interlocutori di Montanari e sulle analisi afferma: "Sono condotte con metodologia seria, ma non sono pertinenti agli standard di qualità richiesti dalle procedure di produzione e rilascio dei lotti di vaccini; le nanoparticelle si possono trovare anche in altre sostanze e alimenti e non possono considerarsi pericolose per la salute umana se rispettano i limiti previsti dalle norme."
Traducendo, Biasio dà atto che le nostre analisi sono ineccepibili ma aggiunge che, non esistendo regole, iniettare pezzi di metallo, per di più di composizione tanto varia quanto ignota, è del tutto lecito. Poi dice che le particelle sono innocue se si rispettano i limiti previsti. Di quali limiti parli non è dato sapere perché, appunto, non esistono limiti né, peraltro, vengono effettuate le analisi del caso, costituendo queste una spesa inutile per l’Azienda e, in fondo, comportando il rischio di darsi una zappata sui piedi. Se si scoprisse che la produzione è inquinata, occorrerebbe cercare l’origine del problema e, necessariamente, porvi rimedio. Ma, se nessuno è al corrente del problema, si può tranquillamente fingere che il problema non esista. E, se ci saranno conseguenze, si potrà sempre continuare ad affermare che sono dovute a chissà che o che non esistono affatto. Va poi ricordato che l’European Environment Agency, cioè l’ente europeo che si occupa di ambiente, nel suo rapporto 2/2007 a pag. 9 scrive “For PM, no safe level has been identified,” il che significa che nessuno ha mai trovato un limite tollerabile per le particelle, e questo per le particelle sospese in aria. È fin troppo ovvio che, iniettate in un organismo, le particelle hanno un effetto di gran lunga più aggressivo.

Ma il dottor Biasio non ha finito: 
Non metto in dubbio il fatto che particelle estranee possano essere individuate all’interno di un flacone di vaccino, ma si tratta di rarissimi casi isolati, identificabili tramite l’ispezione visiva, sempre prevista da parte del medico prima della somministrazione di qualsiasi farmaco. I processi produttivi per i vaccini, come per qualsiasi altro prodotto, non sono perfetti, ma sono molto evoluti e lavoriamo perché ci sia un costante miglioramento. Ciò, tuttavia, non significa che i vaccini non siano dei prodotti altamente puri e sicuri: nessun prodotto è più controllato.
Traduco ancora una volta. Secondo Biasio aver trovato 24 vaccini su 24 inquinati è un fatto rarissimo. Poi, stando all’intervista, il medico guarda la fiala del vaccino e vede se dentro, in sospensione, ci sono delle particelle. Mi chiedo come faccia un essere umano, pure forte di una laurea in medicina e della vista di un falco, a vedere ad occhio nudo cose che solo un microscopio elettronico può discernere. E mi chiedo pure quale sia il livello di controllo e di sicurezza degli altri farmaci se i vaccini, che, a sentire Biasio, sono al top della sicurezza, c’è dentro ciò che abbiamo trovato noi in tutte le circostanze.

Lo stesso numero della rivista porta pure un intervento della dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e protezione della salute dell’Istituto superiore di sanità: 
Tutti i lotti immessi in commercio sono testati attraverso una serie di controlli di qualità stringenti e standardizzati da parte di diversi istituti europei, tra cui anche l’Istituto superiore di sanità. I controlli sono complessi e di qualità certificata, non fanno testo osservazioni di singoli studi effettuati in modo estemporaneo e non riproducibile.
La domanda ovvia è quali siano i controlli di “qualità stringenti”, visto quello che evidentemente sfugge, e pure è inevitabile chiedersi come si possano definire estemporanee e non riproducibili indagini la cui metodologia risulta da un progetto di ricerca europeo, indagini la cui attendibilità è stata ammessa addirittura da chi da quelle analisi era stato colpito nei propri interessi come fu per il dottor Roberto Biasio.
Ma non voglio infierire, limitandomi ad esprimere la mia preoccupazione riguardante il ruolo di un ente come l’Istituto superiore di sanità.

Un fatto è certo: al di là delle incertezze sull’efficacia dei vaccini e dell’effettiva necessità di prevenire malattie tutto sommato meno pericolose di quanto non lo siano gli effetti collaterali inevitabili in ogni farmaco e, dunque, anche nel caso in questione, si spalanca una voragine di cui pare pochissimi comprendano la reale portata, una portata certo ben compresa dai produttori che, però, se ne stanno rigorosamente zitti. 

Io temo che una parte tutt’altro che trascurabile dei problemi della cui responsabilità i vaccini sono sempre più sospetti sia da attribuire alla presenza d’inquinanti solidi, non biodegradabili e non biocompatibili di cui la legge s’infischia. 

Fino a che si continuerà a far finta di nulla, fino a che i medici, e i pediatri in particolare, saranno tenuti nell’ignoranza dalle case farmaceutiche di fatto detentrici della “cultura” specifica, non ci sarà via d’uscita. È del tutto indispensabile che si mettano in pista senza altri indugi ricerche non di facciata e non agli ordini di Big Pharma ma del tutto indipendenti. Indugiare significherebbe aumentare a dismisura tanto i guai sanitari quanto la nebulosità in cui ci si dibatte e, invece, noi abbiamo bisogno di chiarezza perché ognuno, poi, possa scegliere come comportarsi in base ad elementi certi. Vista la quantità enorme di denaro coinvolta nella questione e visto che il denaro può indurre in tentazione, per essere relativamente sicuri dell’affidabilità dei risultati occorre che non sia un solo gruppo di ricercatori ad occuparsi del problema ma siano più di uno, in modo che ognuno sappia di essere controllato e, dunque, sappia che nascondere o distorcere i risultati non sarà facile come è stato fino ad oggi. Certo, occorreranno quattrini e tempo, ma ne vale la pena.

lunedì 10 giugno 2013

La medicina ufficiale può curare le malattie?

(fonte: http://valdovaccaro.blogspot.it/2013/06/confessioni-da-brivido-di-un-medico.html)
(fonte originale: http://www.associazionesum.it/la_medicina_ufficiale_puo_curare_le_malattie.htm)

 
Dr. Giuseppe De Pace
(ortopedico ospedaliero)

La testimonianza di un medico che, dopo vent’anni di professione, mette in discussione la medicina ufficiale, in quanto incapace di curare le malattie.
 
Sono un chirurgo ortopedico con circa vent’anni di professione (quindici in ospedale), svolti nella continua ricerca di terapie efficaci. Ho passato parecchio del mio tempo allo studio sulle strategie terapeutiche e dei nuovi farmaci, a volte provandoli su me stesso per saggiarne l’efficacia.
Ho raggiunto degli obiettivi di rilievo, sapendo, alla fine, di poter ottenere ciò che volevo. Ma la conquista più importante ottenuta è l’aver capito che la “medicina ufficiale” è falsa ed è solo strumento di potere delle Multinazionali della Salute.
Noi medici siamo plagiati, fin dall’inizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati da un manipolo di “professori” che hanno il solo interesse di lasciarci nell’ignoranza sulla vera origine delle malattie. Alcuni di noi, alla fine, raggiungono la consapevolezza e mettono in moto delle grosse energie che provocano reazioni positive nel Tutto.

Da molto tempo mettevo in discussione la “medicina ufficiale” in quanto incapace di curare le malattie, al massimo poteva lenire i sintomi apparenti spostandoli su altri organi. Ed è proprio su questo equivoco che si basa tutta la piramide della “medicina della malattia”. Se la malattia “A” ha come sintomi - x, y, z - , sopprimendoli si ritiene che il paziente sia guarito. Non interessa che, come conseguenza, si sia sviluppata la malattia “B” con i sintomi - j, k, w - in quanto avremo il farmaco per bloccare anche questi ultimi, e così via. Non si capisce, o non si vuole capire, che la malattia “B” è solo l’espressione del blocco della malattia “A”, cioè di un meccanismo di difesa dell’organismo che cerca una nuova via per disintossicarsi. In definitiva, come dice Tilden, le malattie non sono altro che sintomi di un’unica malattia: la tossiemia.

Ho vissuto in prima persona il dramma di un bambino di undici anni, affetto da linfoma non-Hogkin. La letteratura internazionale parla di sopravvivenza dell’80% con i nuovi protocolli chemioterapici, notizia molto confortante anche per me che vivevo per la prima volta da vicino questa esperienza. L’equivoco, questa volta, si gioca sul fatto che se il paziente muore anche dopo un mese per insufficienza renale o epatica, superinfezioni, ecc. provocati chiaramente dalla chemio, per la statistica non è morto di linfoma! Ritornando al bambino, questi fu sottoposto per diciotto mesi a dosi massive di chemioterapia ed irradiazioni total-body, per cui i periodi che non faceva terapia, rimaneva in ospedale per curare gli effetti devastanti della chemio. Il suo ultimo mese di vita lo ha passato paralizzato nel letto, intontito dagli stupefacenti e quasi cieco.
A cosa è servito tutto ciò? Come si può pensare di eliminare i pidocchi da una persona dandole fuoco?
Questa triste esperienza è stata per me fondamentale in quanto mi ha definitivamente risvegliato la consapevolezza e, grazie anche all’aiuto delle persone dell’ASSOCIAZIONE S.U.M. - Stati Uniti del Mondo - (di cui oggi sono membro), ho compreso che si deve agire sulle cause per risolvere ogni problema.

Il concetto, quindi, di SALUTE non è, la non-malattia come ritiene la medicina ufficiale, ma è un perfetto equilibrio tra mente e corpo (mens sana in corpore sano). D’altronde non si spiega perché un farmaco non abbia la stessa azione in tutte le persone o una infezione non colpisca tutti i soggetti esposti. Ci deve essere una variante molto importante!
Ultimamente ho sentito dire da alcuni autorevoli (!) colleghi che una terapia è efficace se dà almeno il 55-60% di risultati positivi, vale a dire all’incirca la stessa percentuale dell’astensione al trattamento! Se un’auto non frena le vengono sostituiti i freni e per tutte le auto che hanno lo stesso problema il rimedio è lo stesso. Se una persona ha mal di testa, non è detto che prendendo un antalgico possa passare il dolore! Quindi ci deve essere una seconda variante che interferisce sul processo di guarigione. È la Mente. Mentre il Corpo lo curiamo con una sana alimentazione, disintossicandolo e dandogli i supporti necessari per reagire alle aggressioni esterne (radiazioni, inquinamenti, ecc), la Mente la preserviamo stando in pace con noi stessi e con gli altri, amando Tutto e Tutti, senza fare differenze e mettendosi veramente al posto dell’altro. Solo dal perfetto equilibrio tra Mente e Corpo scaturisce la Salute.

Sono stato operato un anno fa di lobectomia tiroidea per ipertiroidismo (!) e condannato, come d’altronde è la regola, a prendere l’Eutirox a vita. Nonostante seguissi scrupolosamente le indicazioni datemi, continuavo a soffrire di dolori muscolari agli arti e di astenia (considerate che avevo smesso di fumare da oltre un anno proprio perché soffrivo di dolori agli arti).
Cambiando dentro sono cambiato fuori, ho modificato completamente la mia alimentazione (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti), ho eliminato completamente l’Eutirox e gli altri medicinali, rivolgendomi alle sostanze naturali.
Il risultato è stato la scomparsa dei dolori muscolari e la normalizzazione dei valori ematici non solo tiroidei.
Ho sempre sofferto di influenza e raffreddore frequenti specie nella stagione invernale, e mi è stato sempre obiettato che ero un soggetto “linfatico” perché nato pretermine e quindi non avevo sviluppato bene il sistema immunitario! Oggi io non soffro più di raffredore o influenza, anche stando a contatto con soggetti influenzati, io non prendo più niente (…ma allora la teoria sui germi di Pasteur forse non è molto esatta!!) e mi sento pieno di energia e vitalità.
Soffrivo di “verruche piane” al volto che ho trattato con crioterapia ripetutamente senza grossi risultati. Dopo sei mesi di “giuste abitudini alimentari” non è più presente alcuna verruca.

Perché nel popolo americano vi è una alta incidenza di infarto da ipercolesterolemia mentre nel popolo giapponese è bassissima? Perché nei paesi più industrializzati è in crescente aumento il diabete mentre nei cosiddetti paesi sottosviluppati è pressoché assente? È lampante che la variabile è l’alimentazione, ma i padroni della Sanità non lo dicono, raccontandoci la favola della genetica e della predisposizione familiare! Infatti si è visto con il fenomeno dell’emigrazione cambiare, nell’ambito della stessa razza, l’incidenza delle malattie.

Penso che non ci siano dubbi sulla veridicità di queste mie dichiarazioni, che provengono da una mente estremamente razionale e che si è sempre mossa nei canoni della scienza e della ricerca. Tutto è ulteriormente avvalorato dal fatto che, tengo a sottolineare, ho parecchi anni di professione, svolti sempre attivamente ed ho raggiunto obiettivi ragguardevoli, almeno secondo i canoni della Medicina Ufficiale.

C’è tanta gente che non vuole cambiare le proprie abitudini sbagliate; ma c’è tanta altra gente che è alla ricerca di qualcosa di concreto e di vero e noi gli daremo il nostro aiuto a percorrere la strada della Sanità e della Consapevolezza.


sabato 8 giugno 2013

L'Intuito è l'Unica Vera fonte di Conoscenza che l'Umano abbia a disposizione.
EpiNeo


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